Action in Montgomery: quando l’azione non-violenta porta frutto
20 febbraio 2015
Collaborare per raggiungere obiettivi realistici come risposta alla vocazione cristiana
L’America è il paese delle mille possibilità e dei mille stimoli: nella contea di Montgomery c’è un gruppo di pressione – chiamato Aim, Action in Montgomery, – che riunisce 25 comunità cristiane protestanti e cattoliche. Il suo obiettivo è di individuare un problema sociale scottante e affrontarlo con determinazione. L’associazione – una tra decine di analoghe negli Usa – adopera metodi e procedure proposte negli anni ’60 da Saul Alinsky (1909-1972), antropologo ed attivista di origine ebraica. La metodologia di Aim è molto “americana” ma stimolante anche per il mondo italiano: da un lato lavora sulle necessità concrete di una determinata area attraverso assemblee pubbliche, dall’altra cerca di capire su chi far pressione per ottenere ciò che serve, lavorando su obiettivi realistici. Un’enfasi particolare è posta sulla formazione degli attivisti: entusiasmo e disponibilità non sono necessariamente sufficienti a fornire un “quadro” efficiente. Dato che poi “l’unione fa la forza”, Aim insiste nella ricerca di altri gruppi che abbiano le medesime motivazioni di base – la fede, facendo attenzione a non essere identificati con partiti politici, che rischiano di avere interessi di parte. E poi serietà nei colloqui preparatori, per capire motivazioni, punti deboli, limiti, possibilità dei collaboratori.
E altrettanta analisi seria e disincantata della realtà, di quel che si può ottenere o meno. Il responsabile di Aim, Dick Palvin, membro della S. Mark Presbyterian Church racconta un caso concreto: una zona periferica, Scotland, è abitata sin dall’800 da afroamericani, discendenti di ex-schiavi e braccianti neri. Negli anni ’90 alcuni “palazzinari” scoprono che gli abitanti vivono lì da sempre ma non hanno documenti che possano dimostrare la proprietà del terreno e cercano di espellerli, per speculare sul terreno. L’Aim individua una serie di avvocati che prendono in mano la situazione e scongiurano l’espulsione. La zona rimane però marginale e priva di servizi sociali. Nel corso della campagna elettorale per la contea (nel nostro ordinamento non esiste questa entità, potremmo paragonarla alle nostre Provincie) l’Aim invita il principale candidato a un’assemblea pubblica sul tema, e fa trovare di fronte al politico più di 600 elettori che gli chiedono di impegnarsi in proposito. Ovviamente lui si impegna, vince le elezioni ma, al momento buono nicchia… Aim incontra nuovamente i residenti ed organizza la campagna: vengono spedite direttamente all’indirizzo del politico 3200 cartoline postali che gli ricordano l’impegno preso; 200 cittadini si preoccupano di telefonagli ogni mezzora con lo stesso obiettivo; nel periodo natalizio un militante particolarmente creativo prepara delle versioni ad hoc delle canzoni natalizie che vengono tradizionalmente cantate per le strade, e 40 cantori si piazzano davanti alla sede della contea e cantano… alla fine la situazione si sblocca e dei nuovi servizi pubblici vengono realizzati.
Al di là dei risultati ottenuti (e delle differenze di contesto), l’esperienza di Aim può essere istruttiva anche per noi – pensando alle battaglie combattute e perdute. Pensiamo al coinvolgimento diretto delle chiese: non impegno in nome di una vaga cittadinanza che accomuna tutti gli abitanti di una zona, ma perché convinti che questa sia una specifica vocazione cristiana. Ma non per questo sempliciotti: Gesù ci chiede di essere «prudenti come i serpenti e semplici come le colombe»
(Matteo 10,16-18). E poi la formazione degli attivisti: non tutti sono adatti a un determinato progetto, e il processo di discernimento delle capacità dev’essere chiaro e condiviso; d’altra parte formare chi è impegnato è fondamentale per gestire le frustrazioni dei fallimenti, senza cadere nella tentazione di colpevolizzare chi vacilla o è incerto. Naturalmente anche qui risuona la perenne critica secondo la quale «la chiesa non deve fare politica», e l’azione sociale è politica. Ma del resto in questo tutto il mondo è paese, e probabilmente la tensione tra spiritualità disincarnata e concretezza del rapporto con il mondo reale accompagnerà sempre la chiesa.
Per approfondire: Action in Montgomery e Industrial Areas Foundation