Bisogna cominciare!
18 febbraio 2015
Un giorno una parola – commento a Zaccaria 4, 10
Chi potrebbe disprezzare il giorno delle piccole cose, quando gli occhi del Signore che percorrono tutta la terra, vedono con gioia il piombino in mano a Zorobabele?
(Zaccaria 4, 10)
Mentre essi percorrevano insieme la Galilea, Gesù disse loro: «Il Figlio dell’uomo sta per essere dato nelle mani degli uomini; essi lo uccideranno e il terzo giorno risusciterà»
(Matteo 17, 22-23)
Alcuni esuli, dopo l’editto di Ciro, tornano a Gerusalemme. Come avevano promesso i profeti, questo rimpatrio è un segno certo dell’approssimarsi del regno del messia e forse proprio Zorobabele – la guida di questo gruppetto – è il messia atteso. La situazione è difficile, ma dopo la ricostruzione del tempio ogni cosa certamente si chiarirà...
Perché i presupposti del regno messianico ancora proprio non si vedono! Zorobabele dipende da Ciro, il tempio è distrutto, le mura di Gerusalemme sono crollate, i popoli vicini razziano di continuo la terra promessa, la fede di quelli che erano rimasti è stata dai più abbandonata, non c’è classe dirigente, l’economia è in crisi, il valore dei beni materiali è nullo e c’è fame nel Paese. Ma Zaccaria è il testimone di un grande senso del destino, di un poderoso desiderio di ripresa, di una forte speranza che anima lo sparuto popolo. Per prima cosa, bisogna ricostruire il tempio, il resto lo farà il Signore.
Anche quando tutto è distrutto, bisogna cominciare a costruire da qualche parte. Anche quando si è certi di vivere in un tempo messianico, bisogna cominciare con l’agire in qualche direzione. Anche quando c’è da tirar su il tempio del Dio vivente, bisogna cominciare dall’alzare le impalcature.
La nostra fede è animata da una sincera attesa del Regno, sappiamo di vivere nell’attesa che il Signore Gesù torni. Però intorno a noi vediamo che molte cose della nostra società sono logore, inadeguate, a volte del tutto abbattute o sotto attacco ostile di alcuni. Anche nella chiesa vediamo segni di cedimento. Cosa ci è chiesto in questo tempo? Solo la nostra piccola, apparentemente insignificante, fedeltà quotidiana, fatta di preghiera, di buona testimonianza, di onestà, di generosità. È la fede che vince il mondo.
Padre e Signore, donaci una fede umile ed operosa, capace di fare grandi cose per l’opera del tuo Spirito.