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Insieme, contro il negazionismo

Una modifica della legge del 1975 sul genocidio introduce un’aggravante in caso di negazione della Shoah

Il Senato della Repubblica ha ieri compiuto il primo passo per l’introduzione di una norma contro il negazionismo. La modifica alla legge del 1975 su genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra, infatti, introduce un’aggravante di pena di tre anni se propaganda, pubblica istigazione e pubblico incitamento a commettere atti di discriminazione razziale sono fondati in tutto o in parte sulla negazione della Shoah, dei crimini contro l’umanità o dei crimini di guerra, come definiti dallo statuto della Corte penale internazionale.

Il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane - citato durante il dibattimento dall’onorevole Silvana Amati (Pd) che è la prima firmataria del disegno di legge - ha sottolineato come si tratti di «Un provvedimento che costituisce un baluardo per la difesa della libertà di tutti, mirato a colpire i falsari che tentano di negare la Shoah, di offenderne le vittime e di colpire chi difende il valore universale della Memoria».

La norma, frutto di una lunga collaborazione tra le istituzioni e le Comunità ebraiche, porterà all’attuazione anche in Italia della Decisione Quadro Europea che obbliga gli Stati membri a combattere e a sanzionare penalmente certe forme ed espressioni di razzismo, xenofobia e dell’istigazione all’odio. Si tratta di un disegno di legge pensato con attenzione perché non configuri un reato d’opinione, ma vada a colpire quegli atti che sono lesivi della dignità umana, un argine contro chi vuole distorcere la Storia al fine di seminare odio.

Gattegna, nella dichiarazione successiva al voto del Senato, ha ricordato che si tratta di «Uno strumento normativo che non si sostituisce, bensì integra il ruolo fondamentale dell’educazione, l’unica azione in grado di prevenire che le nuove generazioni vengano avvelenate da versioni strumentalmente alterate dei fatti storici».

Il secondo firmatario del disegno di legge è il senatore Lucio Malan, che ha ricordato come sia importante che lo stesso Parlamento che nel 1938 approvò le leggi razziste, segnando così il destino degli ebrei italiani, approvi una legge di contrasto al negazionismo della Shoah: «Un atto positivo, doveroso, che rende questo paese più civile».

Pensieri e parole ampiamente condivisi in aula, in maniera trasversale: non è un caso che i primi firmatari del disegno di legge una senatrice del Partito Democratico, e un senatore di Forza Italia, cui si sono aggiunti molti altri parlamentari appartenenti a diversi schieramenti politici.

E non è forse un caso neppure che il senatore Lucio Malan, nato a Luserna San Giovanni, sia valdese.

Foto: dettaglio da "PikiWiki Israel 12495 hall of names in yad vashem" di צילום:ד"ר אבישי טייכר. Con licenza CC BY 2.5 tramite Wikimedia Commons.