L’opzione di Dio per i poveri
10 febbraio 2015
Un giorno una parola – commento a Giacomo 2, 5
Io so che il Signore difenderà la causa dell’afflitto e renderà giustizia ai poveri
(Salmo 140, 12)
Dio non ha forse scelto quelli che sono poveri secondo il mondo perché siano ricchi in fede ed eredi del regno che ha promesso a quelli che lo amano?
(Giacomo 2, 5)
Nel suo scritto, Giacomo ci mette in guardia da quel male diffuso nella nostra umanità, tanto comune da passare inosservato, da essere ritenuto irrilevante, un fuori gioco ininfluente, detto nel gergo calcistico: è la tendenza a fare discriminazioni. Discriminare tra benestanti e meno abbienti. È evidente che viviamo in una società ingiusta. Non di rado vengono approvate leggi che tendono a salvaguardare i benestanti e danneggiare i disagiati. I termini usati sono eloquenti: si parla di “persone importanti”, (sovente per definirli si usa l’acronimo “VIP”) e di “gente comune”, un’espressione infelice e falsa perché ogni essere umano ha la sua individuale dignità, il suo specifico valore agli occhi di Dio. Sia i ricchi sia i poveri sono destinatari della grazia divina, ma l’opzione di Dio è per “i poveri”! Più precisamente per “i poveri in spirito”, ossia, coloro che con umiltà si affidano a Dio. La povertà non è un titolo di merito alla salvezza, ma la miseria, l’oppressione, le privazioni di cui soffrono i poveri desta in loro, molto più facilmente che nei ricchi, il bisogno della grazia e la volontà di accogliere l’evangelo.
Sebbene poveri agli occhi del mondo, si è ricchi, nella sfera della fede, di quella ricchezza spirituale che la fede procura. A questo patrimonio interiore si può ricorrere per attingere la serenità spirituale, per raccogliere la forza per vincere il male, per ricevere la consolazione nelle prove, per raggiungere la certezza dell’eredità dei figli di Dio. Giacomo parla di un regno promesso da Dio in eredità “a quelli che l’amano”. È quel regno che sarà realizzato quando “Dio sarà tutto in tutti” (1 Corinzi 15,28), ma che comincia già ora nella vita di coloro che seguono fedelmente il Signore. E Giacomo, particolarmente sensibile alla questione sociale, nel suo scritto ricorda ai cristiani che se la società tende a esaltare i ricchi e oscurare i poveri, lo stesso principio non può vigere nell’ambito della chiesa.