Cercare rifugio in Dio
05 febbraio 2015
Un giorno una parola – commento a Salmo 57, 1
Abbi pietà di me, o Dio, abbi pietà di me, perché l’anima mia cerca rifugio in te
(Salmo 57, 1)
Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro, che è nei cieli, darà cose buone a quelli che gliele domandano
(Matteo 7, 11)
Per un certo tempo, fu di moda costruire nelle case delle “Panic Room”, stanze totalmente impenetrabili e isolate dal resto, ma che permettono di controllare tutta la casa grazie a telecamere e microfoni, per essere sicuri in ogni situazione, anche nel caso fosse entrato qualcuno in casa. L’idea è che - totalmente separati dal mondo - possiamo essere al sicuro. Questo pensiero è sempre più comune.
Anche spiritualmente, ormai, i modelli di riferimento sono l’individualismo, l’indipendenza, l’isolazionismo. Anche per quanto riguarda la fede, vogliamo la nostra “Panic Room”, con visione chiara verso l’esterno, ma rimanendo impenetrabili, irraggiungibili. La Bibbia ci insegna l’esatto contrario. Abbiamo bisogno di uscire dal nostro bunker, e chiedere a Dio la sua misericordia. Non sarà rinchiudendoci, ma aprendoci, che avremo la sua attenzione, e, così, troveremo rifugio in Dio stesso, che ha tutti i vantaggi e nessuna delle controindicazioni di una panic room. Trovato rifugio in Dio siamo al sicuro, intoccabili dal mondo esterno, profondamente connessi allo Spirito, in pace. Ma allo stesso tempo siamo connessi con l’esterno, perché non siamo soli. Non solo abbiamo Cristo dalla nostra parte, ma condividiamo questo spazio sicuro con tutti coloro che confidano nel Signore, e possiamo così condividere le nostre ansie e preoccupazioni, ma anche le nostre forze. Cercare rifugio in Dio vuol dire abbandonare la solitudine e l’isolamento, ed entrare in comunicazione feconda, perché la misericordia di Dio è la mia àncora di salvezza.