Liberi dal peccato
27 gennaio 2015
Un giorno una parola – commento a II Corinzi 3, 17
Libera l’anima mia dalla prigione, perché io celebri il tuo nome.
(Salmo 142, 7)
Dove c’è lo Spirito del Signore, lì c’è libertà.
(II Corinzi 3, 17)
Libertà, una parola che evoca scenari di guerre di liberazione da dittature e soprusi di ogni genere. Una parola che ci ricorda anni, per non dire secoli, di imposizione forza della propria religione o delle proprie ideologie in nome di un dio o di una “fede” politica di tipo fondamentalista. E, per fare solo un esempio, l'attentato terroristico perpetrato nei confronti della rivista satirica francese “Charlie Hebdo” di questi recenti giorni passati è lì a ricordarci che vi sono ancora rigurgiti d’intolleranza violenta e ingiustificata.
Ma la libertà di cui si parla in questo testo riguarda essenzialmente la libertà dal peccato e dalla legge. Una libertà all’insegna dello Spirito, a prescindere dai doni e dai frutti che Esso produce. La legge, che aveva dominato incontrastata fino a prima dell’arrivo del Cristo, ora deve subire un netto ridimensionamento. Non può più essere lei a farla da padrone nel regolare e dirigere la vita di fede, perché tutt’al più può evidenziare il peccato, ma non ha alcun effetto sulla salvezza, sulla redenzione dell’umanità peccatrice. Per questo è stato inviato il Messia, l’unto di Dio, nonché figlio unigenito: per stabilire un nuovo patto con l’umanità, un patto che sarà scritto nei cuori (Ger. 31, 33). La legge, tuttavia, non viene annullata, ma portata a compimento dall’opera di Cristo. Essa resta sempre valida, anche se ora è superata nel nuovo patto sancito da Cristo con il sangue da lui versato a beneficio dell’umanità. Cristo è venuto a salvare e rinnovare cuori e menti. E con l’effusione dello Spirito Santo si può essere santificati e godere della gloria riflessa da Cristo, che a sua volta riflette quella del Padre.
Ecco, allora, una buona notizia anche per i discepoli di Cristo: siate allegri, perché in Cristo e con Cristo godete già della sua gloria, della sua libertà dal male e dalla morte, anche se ancora in modo imperfetto (“la caparra dello Spirito” di Paolo – II Cor. 1, 22), ma che sarà pienamente realizzata al suo ritorno.