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In attesa di un futuro possibile

La conclusione sulla chiusura dell'ospedale valdese di Torino attende il pronunciamento del Tar e della valutazione di Saitta sul progetto di finanziamento popolare

Il Tar del Piemonte dovrebbe esprimersi a giorni sul destino dell’ospedale valdese di Torino, chiuso dalla giunta Cota e difeso a fatica dal movimento “Mettiamoci le tette”, dalla Tavola Valdese e da cittadini ed ex pazienti. Il 17 dicembre la discussione del Tar ha lasciato aperta la pronuncia definitiva, di merito, sulla chiusura. Oltre a questo i difensori della struttura attendono anche la risposta dell’Assessore Antonio Saitta, che deve valutare una proposta concreta di finanziamento, con crownfounding e azionariato popolare, che Tavola e movimento cittadino hanno messo in gioco. Carla Diamanti, ci aggiorna sulla situazione dopo una lettera provvisoria dell’Assessore.

C’è stata una comunicazione con l’Assessore Saitta?

«La settimana scorsa ho sollecitato Saitta a darci una risposta, perché noi siamo in attesa del pronunciamento del Tar, che è è la linea di confine per qualunque altra iniziativa, però stiamo aspettando anche che l’Assessore valuti la proposta che è stata presentata dalla Tavola Valdese insieme ad altri interlocutori, e alla quale noi abbiamo dato un sostegno importante, dando la disponibilità a partecipare anche economicamente, con il crownfounding e l’azionariato popolare di cui si è tanto parlato. Stiamo aspettando che Saitta valuti questa proposta e si pronunci nel merito. Il mio sollecito andava in questa direzione, ed è stato seguito da molte altre persone. L’Assessore mi ha risposto dicendo che è molto impegnato, che aver preso in mano la situazione sanitaria del Piemonte lo impegna tantissimo, come è facile immaginare, e mi ha detto che il futuro dell’ospedale valdese è un tema troppo delicato, e quindi richiede tempo per fare una giusta riflessione. A mia volta gli ho risposto che ho capito, ma che allo stesso tempo continuiamo ad aspettare un segno da parte sua. Sebbene lui dica che non ama prendere impegni che non riesce a mantenere, a settembre ci aveva detto che avrebbe analizzato la faccenda e dato una risposta in poche settimane. Ecco, aspettiamo, ma non vogliamo che passi ancora più tempo».

Ancora in cerca delle soluzioni, dunque?

«I problemi ci sono, anche in termini di impegno e in termini economici per affrontare la questione della sanità, ma è anche vero che noi cittadini affiancandoci alla proposta della Tavola abbiamo cercato di dare una mano: una soluzione che potrebbe alleviare il peso sul pubblico. Una soluzione molto diversa da quella prospettata da qualche media, in maniera impropria a questo punto, che ventilava la possibilità che l’assessorato stesse pensando di affidare il valdese alla Fondazione Don Gnocchi. L’esperienza di quell’ospedale è frutto di una storia e dell’insegnamento di chi lo ha aperto: i valdesi. Aprire ad altri significherebbe cambiare completamente quella che era la storia del passato e quella che sarebbe la destinazione futura: una possibilità che noi non condividiamo. Però, se l’Assessore mi ha risposto che sta cercando tempo per risolvere questa situazione, vuol dire che i giochi non sono fatti».

Stiamo parlando di strategie se il ricorso non fosse accolto: se invece sì?

«A quel punto bisogna ritornare, in qualche modo, a quello che c’era prima del 2012».

Il 17 dicembre c’è stato l’incontro del Tar, che però non si è pronunciato

«Quel giorno c’era la discussione finale, e poi naturalmente il TAR dovrà deliberare su quella che è stata l’ultima discussione con le parti: ora aspettiamo la risposta della Camera di Consiglio, che dovrebbe arrivare a giorni».

Copertina: via Mettiamoci le tette