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Santificare il nome di Dio

Un giorno una parola – commento a Matteo 6, 9

Celebrerò il tuo nome per la tua bontà e per la tua fedeltà; poiché tu hai reso grande la tua parola oltre ogni fama.
(Salmo 138, 2)

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome.
(Matteo 6, 9)

Che strana richiesta: come si fa a “santificare” il Nome di Dio, che è di per sé già tre volte santo? E che cosa vuol dire “santificare”? È assurdo pensare che noi possiamo aggiungere qualcosa alla santità di Dio o custodirla o proteggerla. Possiamo, invece, riconoscere la sua santità che si manifesta nella gloria della creazione, dell’universo intero che ne è come il teatro; ma anche nella salvezza, che ci è stata donata in Cristo, nella sua croce e nella sua resurrezione. La possiamo confessare e soprattutto amare perché alla radice, all’inizio, ma anche alla fine della vita e della nostra esistenza.

E che cos’è il “Nome”? È noto che il famoso tetragramma sacro col quale nella Bibbia è indicato il nome di Dio è impronunciabile per il semplice fatto che non sappiamo come vada letto. È un po’ come se, nel momento stesso in cui Dio si presenta a Mosè nel rovo ardente, Egli si nasconda. Dio si manifesta, ma si sottrae alla nostra presa. Dio si manifesta, ma non nella sostanza, bensì nella relazione. Conosciamo il nome di Dio nella promessa che fa ad Abramo, nel patto che con Noè fa per la natura e l’umanità, nella liberazione dalla schiavitù, nel viaggio verso la terra promessa, nel futuro annunciato dai profeti, nella fedeltà al suo popolo e così via dicendo, fino al “nuovo patto” dell’ultima Cena e alla visione dei nuovi cieli e della nuova terra che troviamo nell’Apocalisse. Chi conosce questa storia non può fare a meno di benedire il suo santo Nome e pregare intensamente perché sia conosciuto e amato da ogni creatura che da Lui ha ricevuto misericordia, amore, pace e vita.

Foto: "Viby kalkduk" di Ulca08 - Opera propria. Con licenza GFDL tramite Wikimedia Commons.