Il vostro sì sia sì
29 dicembre 2014
Quando le parole sono inutili: piccola riflessione sul nostro lessico quotidiano
«Vorrei trovare parole nuove ma piove piove sul nostro amor», cantava Modugno nella famosa canzone Piove, meglio conosciuta come “Ciao, ciao bambina”. Chi se la ricorda?
Oggi, più che parole nuove si inventano parole inutili, superflue. Se ci avete fatto caso, soprattutto nelle domande-risposte che allietano le nostre serate televisive, da qualche tempo va di moda rispondere affermativamente invece che con il normale «sì», con un ridondante «assolutamente sì». Cosa si vorrà dire aggiungendo «assolutamente»?
Da bambini capitava che, nel raccontarci storie un po’ esagerate, qualcuno dicesse: non è vero – sì invece è vero – allora giuralo – te lo giuro, e il giuramento veniva suggellato da un doppio bacio sulla punta degl’indici incrociati. Un sorta di rito che garantiva la verità. Non l’ho mai fatto, a casa mi avevano messo in guardia e il non giurare faceva parte di quelle cose obbligatorie che non si discutono: come non si ruba e non si raccontano menzogne.
Del resto è noto che i nostri antenati valdesi nel medioevo rifiutarono il giuramento e, se non è fuori luogo citare la Bibbia, nel Sermone sul monte, Gesù ricorda la legge antica «non ispergiurare ma attieni al Signore i tuoi giuramenti» e raccomanda «del tutto non giurate … ma il vostro parlare sia sì sì, no no: poiché il di più viene dal maligno».
Forse sarebbe eccessivo attribuire al maligno l’aggiunta “assolutamente”, ma in qualche modo è come se si volesse dire: dato che nella società e soprattutto in molti dei politici la menzogna, come il malaffare, le ruberie, il proprio tornaconto, sono ben diffuse, è necessario che io rafforzi il mio sì, che aggiunga assolutamente, per non confondermi con altri sì che si dimostrano poi dei no, o dei nì…
Quanto ai no, ce ne vorrebbero invece di più. No ad un appalto se l’impresa che lo ottiene è in odore di mafia, no quando qualcuno chiede di “velocizzare” la concessione di un permesso di costruzione. No chiari e definitivi a chi manomette il territorio, a chi privatizza i beni comuni, a chi si candida per una elezione pur essendo imputato in qualche processo, a chi falsifica i bilanci, a chi approfitta del potere in mondo spudorato. E poi dei no forti alla violenza, all’abuso, a tutto ciò che toglie la dignità dell’essere umano, alla giutizia non uguale per tutti. Dei no detti ma soprattutto fatti rispettare.
E qualche piccolo ma forte no ai figli da parte dei genitori, senza dover sempre spiegare il perché. Non ci sono veri diritti se non accompagnati da doveri, non c’è libertà senza responsabilità.