Accadde oggi, 3 dicembre
03 dicembre 2014
Oggi 3 dicembre 1967 a Città del Capo, Christian Barnard effettua il primo trapianto di cuore umano della storia
Una svolta, l'inizio di una nuova era nel mondo della medicina. Ma è anche una storia che ne racchiude in sé molte altre.
Barnard è figlio di un missionario della Chiesa protestante olandese trasferitosi in Sud Africa, ma non segue le orme paterne.
Studia medicina e si laurea nel 1946, e da il via ad una lunga carriera che culminerà col trapianto effettuato su Louis Washkansky, che sopravviverà 18 giorni. Ma la strada è tracciata.
Barnard diventa una star mondiale. Ambito da giornali e televisioni di tutti i continenti.
Ma dicevamo, questa è una storia con tante storie al suo interno.
Il secondo trapianto di cuore, il 2 gennaio 1968 vale a Bernard il riconoscimento di uomo dell'anno da parte dell'Unione degli Stati africani.
Si, perché il dentista Philip Blaiberg, bianco, riceve il cuore di Clive Haupt, uomo di colore. Siamo negli anni dell'apartheid, e le polemiche sono di conseguenza ferocissime.
Blaiberg sopravvive 19 mesi, i progressi proseguono.
L'anno dopo, il 1969 è il momento del primo trapianto ad una persona di colore, Dorothy Fisher, che sopravviverà oltre 12 anni.
Ma la storia forse più incredibile è emersa dalle pieghe del tempo solo negli ultimi anni. Nell'equipe di Barnard un ruolo di primissimo piano è ricoperto da Hamilton Naki, che nell'ospedale di Città del Capo fa il giardiniere, e senza aver mai studiato medicina dimostra doti incredibili tanto da venir imposto dallo stesso Barnard fra i suoi più stretti collaboratori, pur avendo iniziato come uomo delle pulizie in sala operatoria. Da quella postazione privilegiata apprende le tecniche dei chirurghi, e diventa abilissimo. Sarà l'uomo che preleverà dal corpo della defunta Denise Darvall il cuore che verrà impiantato su Washkansky. Un ruolo chiave. Ma Hamilton Naki è nero, e non potrà mai apparire nelle foto storiche dell'operazione e in tutte le celebrazioni future del team medico. Compare in uno scatto per sbaglio, e la direzione dell'ospedale dirà che si tratta di un uomo delle pulizie. Per le leggi della sua nazione Naki non potrebbe operare pazienti né toccare il sangue dei bianchi, ma è considerato talmente abile che l'ospedale decide di utilizzarlo, seppur sempre in via clandestina e non ufficiale. Intanto Naki migliora ancora, tiene lezioni per i giovani chirurghi bianchi, ma ha il salario di un tecnico di laboratorio: il massimo che un ospedale può pagare ad un negro. Il suo nome verrà riabilitato solo negli anni seguenti all'abolizione dell'apartheid, il pozzo di nera vergogna in cui il Sud Africa è precipitato per quasi cinquant'anni.