Buon viaggio, Astro Samantha!
28 novembre 2014
Riflessioni a 400 km dalla Terra
Gli astronauti sono pionieri dell’umanità, che lavorano duramente con enorme sacrificio e rischio per obiettivi personali minimi. Solo pochi infatti raggiungono la fama: la maggior parte resta nell’ombra o cade nell’oblio. Ci ricordiamo Gagarin e Armstrong e poi chi altri?
L’astronauta inoltre si affida totalmente agli altri, anche se non è certo che la sua fiducia vada a buon fine. Lavora per chi verrà dopo di lui o lei. Sa che un piccolo errore può determinare la sua morte, ma sa anche che un’eventuale tragedia renderà più sicuro il lavoro del prossimo. Il futuro si costruisce con un presente di fatica.
In questi giorni la settima astronauta — prima donna — italiana è partita per l’Iss (stazione spaziale internazionale). L’ingegnera e capitana Samantha Cristoforetti vive e vivrà per i prossimi sei mesi a circa 400 km dalla Terra, vedendo 15 volte al giorno il sole sorgere e compiendo ricerche ed esperimenti che permetteranno di fare un passo in più all’umanità.
Leggendo quanto scrive sul suo account twitter @astrosamantha e sul suo blog scopriamo che è una donna non solo d’intelligenza straordinaria ma anche di cultura. Ci vuole una grande sensibilità e una forte dose di autoironia per portarsi nello spazio Giovannino Perdigiorno di Gianni Rodari.
E ci vuole anche grande umiltà e coraggio per esporsi sui social network, perché lì si incrociano la migliore e la peggiore umanità. Battute squallide e commenti indegni nei suoi confronti sono apparsi su facebook. Segnalo un articolo di Giornalettismo per i dettagli.
Da queste reazioni ci si potrebbe accodare a chi demonizza la rete, crogiolo di qualunquismo, razzismo e maschilismo, ma non è necessario. La rete ci ricorda che queste persone esistono e questi atteggiamenti sono diffusi. Allo stesso tempo la rete permette di stare attivamente dalla parte di chi viene vilipeso. Soprattutto, la rete ci permette di essere collegati con Samantha e a lei di sentirsi vicina a noi.
La Guerra Fredda isolava gli astronauti, trasformandoli in cavalieri solitari. Oggi chi è nello spazio può sentire il sostegno dell’umanità e condividere la speranza di molti. Allo stesso tempo può evitare di illudersi che tutti gli esseri umani guardino al progresso e alzino lo sguardo verso il cielo e l’orizzonte. Questo non ha fermato Cristoforetti né fermerà chi verrà dopo di lei.
Foto: via Flickr