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La liberazione è vicina

Un giorno una parola – commento a Matteo 4, 17

Ecco, io creo nuovi cieli e una nuova terra; non ci si ricorderà più delle cose di prima; esse non torneranno più in memoria.
(Isaia 65, 17)

Gesù cominciò a predicare e a dire: «Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino».
(Matteo 4, 17)

Il Regno dei cieli, non è altrove, non è di là da venire, non è (solo) futuro. Il Regno dei cieli è già qui, è già presente, è venuto vicino. Gesù comincia con queste parole il suo ministero, il suo insegnamento stupefacente ed autorevole (Matteo 7, 28). Il suo ministero comincia qui, ma dell’avvicinarsi del Regno parla come di qualcosa già avvenuto, perché lui stesso l’ha portato nel mondo e ora insegna a riconoscerlo e a viverlo. «Ravvedetevi» è l’invito. Convertitevi, cambiate la vostra mente, cambiate, imparate a guardare il mondo in una nuova prospettiva, a riconoscervi i segni del Regno di Dio che vi prende piede. Giustizia, compassione, pace, amore, non sono idee troppo belle per potersi realizzare, parte di una altrove a cui non abbiamo accesso, ma possibilità e realtà in questo mondo. Sono le azioni di Dio in questo mondo, il suo dono all’umanità. Gesù invita a credere a questa realtà e a capire il mondo secondo una nuova logica: la nostra sofferenza non è quella dell’impotenza davanti al trionfo delle storture del mondo, ma quella delle catene che – come direbbe il teologo Moltmann – iniziano a dolere perché la liberazione è vicina: la sete di giustizia non lascerà per sempre le gole riarse, ma sarà appagata; il dolore troverà compassione e potrà ricevere consolazione; l’odio non continuerà a signoreggiare, ma sarà vinto con l’amore, la pace regnerà.

Foto: "Manchester Cathedral Stained Glass" di Nathan Stazicker - Opera propria. Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons.