Vienimi in aiuto!
18 novembre 2014
Un giorno una parola – commento a Marco 9, 24
Perché dare la luce all’infelice e la vita a chi ha l’anima nell’amarezza? Essi aspettano la morte che non viene.
(Giobbe 3, 20-21)
«Io credo; vieni in aiuto alla mia incredulità!».
(Marco 9, 24)
I testi di oggi fanno sorgere una marea di domande (proprio nel senso dell’acqua che sale, alla gola) tra cui quella di gran lunga meno importante: perché non ho controllato quali erano i testi previsti, prima di accettare di scrivere le meditazioni proprio per questa settimana? Meglio così, certe domande è bene porsele. Terribilmente protestante.
Il primo testo sono le parole con cui Giobbe maledice il giorno della sua nascita, anzi addirittura la vita stessa, così carica di sofferenza da renderle preferibile la non esistenza della morte (tra tutte le cose che Giobbe ha in mente riguardo alla morte, certamente non c’è il posto con le nuvolette tipo zucchero filato in cui vanno beate le anime) e poi ci sono le parole di Haecker che invitano a non abbandonare Dio anche a costo di litigarci… non posso che concordare e allo stesso tempo infuriarmi con queste parole. Suonano troppo simili a quelle con cui l’amico (?) risponde a Giobbe con benintenzionata spietatezza. Per gli amici, e non per Giobbe, quelle parole sono un monito per chi sta accanto a chi soffre, a chi si domanda «perché Dio tace?», affinché non cadiamo nella tentazione di fargli il catechismo, di dirle la pia blasfemia secondo cui la fede può essere d’aiuto nella misura in cui si è capaci, abbastanza forti da averla, da agirla, riempiendo con essa il vuoto lasciato dal silenzio di Dio.
Il padre del racconto di Marco non fa i conti col silenzio, ma con una risposta fuori posto (ebbene sì, Dio e dunque, trinitariamente, Cristo, si sbaglia, si pente, viene convinto, cambia idea! Nella Bibbia lo fa spesso e in momenti cruciali): “Ogni cosa è possibile per chi crede?”, perché io che chiedo aiuto dovrei fare qualcosa? Chi è il più forte nella relazione (quella tra me e Dio, cioè la fede)? Chi è l’onnipotente tra noi due? Io soffro, io dubito, io brancolo nel buio del tuo silenzio, vienimi in aiuto!