Sfogliando i giornali del 12 novembre
12 novembre 2014
Le cinque notizie di oggi da sapere
01 – Sterilizzazione di massa in India, i parenti delle vittime denunciano violenze
Si è aggravato il bilancio delle vittime delle sterilizzazioni di massa organizzate dal governo dello stato del Chhattisgarh, nell'India centrale. Secondo le ultime informazioni, sono 12 le donne che hanno perso la vita in seguito alle complicazioni successive alle operazioni di tubectomia che hanno coinvolto 80 persone nel fine settimana, e la situazione potrebbe ancora peggiorare. I parenti delle vittime hanno accusato gli operatori sanitari di aver costretto le donne a sottoporsi all’operazione. «Avevano detto che non sarebbe successo nulla, che sarebbe stata un’operazione semplice e di lieve entità – denuncia Mahesh Suryavanshi, fratello di una delle vittime – e le hanno ammassate come se fossero capi di bestiame». Le campagne di sterilizzazione di massa sono sempre più diffuse in India come parte di un ampio progetto di controllo demografico, in un paese che, secondo le ultime stime, potrebbe diventare il più popoloso del mondo entro il 2035.
02 – Una sentenza contro il “turismo del welfare”
La Corte di Giustizia europea ha ribadito ieri il principio secondo cui «un cittadino comunitario economicamente inattivo che si rechi in un altro Stato solo per ottenere l’assistenza sociale può essere escluso da ogni beneficio». La magistratura ha stabilito che uno Stato membro «non è obbligato» a garantire l’assistenza sociale durante i primi 3 mesi di residenza. Se il periodo è più lungo, e dura sino a cinque anni, una delle condizioni che viene stabilita per assegnare il diritto di residenza è che le persone abbiano comunque delle risorse proprie, anche se inattive. L’alta magistratura afferma quindi che nulla è garantito a nessuno e, secondo La Stampa, «smonta le teorie euroscettiche di chi paventa orde di “turisti del welfare” pronte a succhiare linfa dalle casse dei governi». Il Telegraph racconta, attraverso i dati dell’Unione Europea, che «la spesa per la salute offerta ai cittadini comunitari inattivi è in media lo 0,2% del totale, il che diventa, in termini di Pil, lo 0,01%». I leader del Regno Unito e della Germania hanno espresso soddisfazione per la sentenza, anche alla luce del recente dibattito tra David Cameron e Angela Merkel sulla libera circolazione delle persone e dei costi connessi.
03 – Muro contro muro tra Israele e Palestina
La situazione palestinese sta precipitando rapidamente: ieri un palestinese di 22 anni è stato ucciso a Hebron, in Cisgiordania, da un militare israeliano durante gli scontri tra palestinesi e forze di sicurezza di Tel Aviv, mentre questa notte una moschea è stata incendiata da coloni israeliani nei pressi di Ramallah. I coloni, raccontano le forze di sicurezza palestinesi, hanno incendiato il primo piano della moschea del villaggio di Al Mughayr, vicino alla colonia israeliana di Shilo. Alla luce degli ultimi eventi, il primo ministro israeliano Netanyahu ha dichiarato che il presidente palestinese Abu Mazen «non è un partner nella lotta contro il terrorismo», e dall’altra parte viene accusato di portare avanti una «guerra di religione per incendiare la regione». Intanto, La Stampa racconta che Marwan Barghouti, storico leader dell’indipendentismo palestinese, chiede alle guide politiche e alla popolazione civile di trasformare gli attuali singoli episodi di rivolta in una sollevazione popolare armata, una terza Intifada dopo quelle del 1987 e del 2000.
04 – Il Qatar accusato di non aver migliorato le condizioni dei lavoratori stranieri
A sei mesi di distanza dalle promesse del governo del Qatar di migliorare significativamente le condizioni dei lavoratori migranti, Amnesty International ha dichiarato che i progressi fatti finora sono «tristemente inadeguati» e hanno accusato l’emirato del Golfo di perdere tempo. Il Qatar aveva garantito di applicare in tempi brevi le 60 raccomandazioni proposte a maggio da una commissione internazionale, tra cui il superamento del sistema della kafala, che richiede un invito dall'interno del paese, e un rafforzamento delle leggi per la protezione dei diritti dei lavoratori migranti. Il numero di lavoratori stranieri impegnati nella costruzione di grandi opere in Qatar è aumentato considerevolmente negli ultimi anni, dopo l’attribuzione alla piccola monarchia del Golfo dei Mondiali di calcio del 2022, e finora si possono già contare oltre 400 morti nei cantieri, provenienti principalmente da Nepal, India, Sri Lanka, Bangladesh e Corea del Nord. La International Trade Union Confederation stima che circa 4000 lavoratori rischiano di morire prima del calcio d’inizio dei Mondiali 2022. «Comprendiamo il problema – ha dichiarato il governo – ed è una sfida che richiede grandi sforzi. Stiamo affrontando il problema in modo diretto. Non ci stiamo nascondendo».
05 – Nigeria: il presidente Goodluck Jonathan punta al secondo mandato, in nome della lotta a Boko Haram
Il presidente nigeriano Goodluck Jonathan, eletto nel 2011 con l’appoggio delle chiese evangeliche del paese, ha annunciato che correrà per il secondo mandato alle elezioni presidenziali del prossimo febbraio. «Jonathan – scrive Rainews – ha promesso agli elettori di sconfiggere la rivolta islamista che da cinque anni affligge il paese, tallone d’achille dell'attuale mandato». La sua rielezione non è scontata, e secondo la Bbc, è proprio la serie di insuccessi nella lotta contro il gruppo jihadista Boko Haram a rappresentare la più grave mancanza nella sua gestione, culminata nel rapimento delle oltre 200 studentesse lo scorso aprile. Anche i tentativi diplomatici, come l’accordo unilaterale di “cessate il fuoco” non è riuscito a fermare le violenze, e ha evidenziato una mancanza di dialogo tra governo e ribelli. Per ora le chiese nigeriane non si sono ancora espresse, ma ci sono dubbi a proposito del rinnovo del sostegno.