L’approccio femminile alla Scrittura
06 novembre 2014
Oggi a Roma un incontro promosso dalla rivista «Confronti»
Oggi pomeriggio, dalle ore 16 alle 19, presso la Casa internazionale delle donne, in via Lungara 19, Roma, la rivista Confronti - nell’ambito del progetto «Il minareto tra i campanili» - organizza l’incontro «L’approccio femminile alla Scrittura». Intervengono: Adriana Valerio, teologa cattolica, Marisa Iannucci, islamologa, e Letizia Tomassone, teologa valdese. A quest’ultima abbiamo rivolto alcune domande.
Cosa significa leggere la Bibbia con la consapevolezza di essere donne?
Le teologhe cristiane hanno molto lavorato sui temi della giustizia di genere. Parte del loro contributo è stato quello di rendere visibile nelle Scritture il ruolo e l’apporto delle donne, che è stato nascosto nei secoli dalla cultura patriarcale e che va riscoperto e messo in luce. A questo proposito l’esegeta protestante, Luise Schottroff, propone l’immagine delle mani di una donna che con fatica impasta 40 kili di farina: sono le mani di Dio che opera nel mondo e che attende che il suo lavoro porti frutto: dunque, aspetta che nella notte l’impasto lieviti e che poi sia possibile fare il pane, che offre la vita. Questa suggestione richiama il lavoro di esegesi che le donne fanno sui testi biblici: un lavoro nascosto, che richiede pazienza, fatica e dal quale possono nascere dei frutti preziosi.
L’approccio femminile alle Scritture inizia tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, quando il movimento femminista evidenzia la necessità per le donne di leggere la Bibbia con la consapevolezza della propria appartenenza al sesso femminile. Su quale terreno di ricerca si muovono oggi le teologhe?
Oggi la riflessione è sulla libertà e sull’autonomia delle donne che vogliono decidere della propria vita. Ad esempio, sulla questione del velo è importante che la scelta non diventi così identitaria ,da dover essere escludente o obbligatoria, ma che possa dipendere da chi decide con autonomia e consapevolezza che quello è il suo modo di vivere la fede, così come lo è portare una croce appesa al collo.
L’incontro di oggi ha un taglio interreligioso. Quale può essere il contributo delle donne al dialogo tra le religioni nello scenario dei conflitti che stanno infiammando il Medio Oriente?
Le donne nelle religioni sono state sempre marginalizzate sia come oggetto sia come soggetto di discussione. L’incontro offre la possibilità di vedere in che modo le donne oggi, ma anche nel passato, hanno letto i testi biblici o coranici e come questi le hanno aiutate nella loro ricerca di libertà e di autenticità. Oggi, in un tempo di conflitti il contributo delle donne è quello di tessere reti di dialogo e quindi di riconoscersi sorelle, o comunque amiche, in relazione, fermo restando le diverse lotte che ognuna ha da fare e vuole fare nel proprio contesto di fede.