Leggere i segni dei tempi
23 ottobre 2014
Un giorno una parola – commento a Matteo 16, 3
Perché contendi con lui? Egli non rende conto dei suoi atti. Dio parla una volta, e anche due, ma l’uomo non ci bada.
(Giobbe 33, 13-14)
Gesù disse: «L’aspetto del cielo lo sapete dunque discernere, e i segni dei tempi non riuscite a discernerli?».
(Matteo 16, 3)
Discernere i segni dei tempi suppone una sfida a trovare anzitutto nella storia l’orientamento verso cui ci portano gli eventi, per non essere trascinati oppure travolti da essi, ma per accompagnarli mentre li subiamo o condizioniamo con le nostre scelte. Gesù sfida tutti al discernimento ironizzando sulle capacità meteorologiche degli ascoltatori e le loro incapacità per leggere dove ci conduce la nostra esistenza, le realtà dove il mondo si infila man mano che evolve storicamente. Le chiese cristiane, o le religioni in generale, sono tra i peggiori lettori dei segni dei tempi. Il motivo è semplice, tendono ad essere conservatori (a volte persino ultraconservatori) e dunque non vorrebbero muoversi ma vivere istallati saldamente nella sicurezza del conosciuto. Per farlo devono ignorare o far finta che i segni non ci siano o addirittura li leggono a modo loro dandosi sempre ragione.
Occorre leggere i segni dei tempi per cambiare? Mai sia! A cambiare dovrebbero essere piuttosto gli altri, i peccatori noti, i miscredenti. Discernere i segni dei tempi è anche complesso perché richiede fantasia, intelligenza, creatività, potenza spirituale e sessuale (vedo già alcuni volti sconvolti dall’orrore). Come è noto queste caratteristiche sono piuttosto assenti tra quelli che governano le chiese e le religioni. Ma allo stesso tempo non è mai stato così urgente e necessario che tutti insieme, tutte le nazione, l’umanità intera impari a discernere i “segni dei tempi” per ricondurre il mondo e la storia verso sponde abitabili e sostenibili, prima che sia troppo tardi. Discernere i segni dei tempi è esercizio prudente e salutare, per condurre alla vita e verso la felicità ogni essere umano, ogni creatura vivente, per avere ancora come umani una probabilità di entrare nel futuro.