Al via i pre-congressi organizzati dalla Federazione delle donne evangeliche in Italia
22 ottobre 2014
Sabato si tiene a Torre Annunziata (Na) il primo incontro in vista del Congresso nazionale 2015
Sabato 25 ottobre si svolgerà presso la chiesa luterana di Torre Annunziata (Napoli) il primo di 5 pre-congressi che la Federazione delle donne evangeliche in Italia (Fdei) organizza in diverse parti del territorio nazionale in vista del Congresso che si terrà nel 2015.
È la prima volta che la Fdei – rete dei movimenti ed organizzazioni femminili delle chiese battiste, metodiste, valdesi, luterane, avventiste, dell’Esercito della salvezza e della Chiesa riformata ticinese – organizza incontri preparatori del genere. Ne parliamo con Gianna Urizio, presidente della Federazione donne evangeliche in Italia dal 2010.
«L’idea di organizzare dei pre-congressi nasce dalla constatazione che, sia a livello nazionale sia a livello locale, le donne delle varie chiese evangeliche in Italia fanno fatica ad incontrarsi. Sicuramente, le donne sono il nerbo delle chiese: predicano, fanno le visite, si occupano di diaconia, di comunicazione, finanziano diverse attività comunitarie, sono cioè molto visibili e presenti nella vita comunitaria. Ma, negli ultimi dieci anni le donne si incontrano tra di loro con molta più difficoltà. Ecco, il pre-congresso Fdei vuole in primo luogo promuovere e aiutare l’incontro tra donne per riflettere sul loro essere donne evangeliche; in secondo luogo vuole essere l’occasione per preparare il Congresso nazionale che si svolgerà a Ecumene, dal 17 al 19 aprile 2015.
Il titolo del prossimo congresso è: «Donne evangeliche nella società che cambia: praticare la giustizia, rafforzare la solidarietà, costruire nuove relazioni». Una proposta di riflessione molto articolata…
«Sì, il titolo è ispirato dal testo tratto dal libro dell’Apocalisse 21, 1 «Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra», che per me parla della speranza, e di un nuovo patto con Dio (nuovo cielo), e con gli uomini e le donne (nuova terra). Come donne vogliamo rispondere alla chiamata che Dio ci rivolge praticando la giustizia, rafforzando la solidarietà e impegnandoci nella costruzione di nuove relazioni».
Come si svolgeranno i pre-congressi?
Ciascun appuntamento affronterà un tema specifico, che verrà ripensato a partire dalle proprie esperienze concrete. Nel napoletano, ad esempio, lavoreremo sul tema “diaconia (servizio) e testimonianza”. Ascolteremo prima Cordelia Vitiello, della chiesa luterana, (Na), che ci parlerà di “Rose rosa”, un progetto dell’Ospedale evangelico Villa Betania a Ponticelli che sostiene l’universo femminile attraverso la promozione della salute e la diffusione della cultura della prevenzione; e poi ascolteremo la testimonianza delle donne della chiesa avventista di Castel Volturno (Caserta). Speriamo che, a partire da questa giornata, le donne possano conoscersi e darsi delle linee per lavorare insieme a livello regionale.
Dunque, è questo l’orizzonte nel quale la Fdei si sta muovendo?
In questi 4 anni di presidenza ho capito che era inutile rappresentare a livello nazionale le donne evangeliche se non esisteva una realtà di gruppi femminili che si incontrano e progettano insieme a livello locale, regionale. Ripartiamo, dunque, da una stagione di pre-congressi che la Fdei propone nei prossimi mesi a tutte le donne evangeliche facenti parte delle chiese e anche a gruppi organizzati di donne esterni alle chiese.
Quali saranno i prossimi appuntamenti?
«Sabato 8 novembre a Milano ci sarà il pre-congresso Nord e Svizzera italiana sul tema “Relazioni in una società che cambia”; sullo stesso tema lavorerà anche il pre-congresso Centro che si terrà sabato 16 novembre a Grosseto. Sono in via di definizione, poi, le date degli ultimi due pre-congressi che si terranno in Sicilia e nel Nord Est.
Dopo tanti anni di militanza dentro e fuori le chiese evangeliche, cosa ti appassiona ancora nel lavoro con le donne?
Tutto! Sono convinta che la nostra società abbia bisogno delle donne. Credo che se il Governo italiano fosse gestito da donne, non solo “che portano le gonne”, ma che hanno un sentire da donne, che hanno fatto un percorso di riflessione di genere, il nostro paese sarebbe sicuramente un po’ diverso.