Vivere “il mondo di Dio”
04 settembre 2014
Un giorno una parola – commento a Giovanni 12, 47
Tu sei il mio Signore; non ho bene alcuno all’infuori di te
(Salmo 16, 2)
Gesù disse: “Io non sono venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo”
(Giovanni 12, 47)
Chi nella storia si è servito, o si serve ancora, del nome di Dio per giudicare e condannare ha compiuto, e compie, un’usurpazione inaccettabile, oltre che blasfema. Ma, si dirà, nel mondo ci sono i buoni e i cattivi. È vero. Ma chi sono i buoni e chi sono i cattivi? È possibile tracciare una chiara linea di demarcazione tra queste due categorie? Come dice l’apostolo Paolo: non «siamo tutti rinchiusi nella disubbidienza» (Romani 11, 32) e che non «c’è nessun giusto, neppure uno» (Romani 3, 10)?
A fronte di questa tragica realtà sta l’affermazione, più volte ripetuta nel vangelo secondo Giovanni, che «Dio ha amato il mondo». Con l’espressione “mondo” si intende certo l’umanità, ma poi anche (perché no?) la creazione. Solo in questi ultimi tempi con grande lentezza e non senza enormi difficoltà stiamo prendendo coscienza del «gemito della creazione» che con noi attende la liberazione.
Con la sua parola Gesù rivolge ancora un forte appello ai suoi contemporanei e a noi ad abbandonare il «nostro mondo» fatto di odio e di violenze, di sfruttamento e iniquità, di morte e menzogna, per vivere il «mondo di Dio», fatto di vita ed amore.
E il giudizio? Ma il giudizio ce lo pronunciamo da noi stessi, se rimaniamo chiusi nel nostro mondo di morte e rifiutiamo la parola della vita le cui porte ci sono state aperte dalla morte e dalla resurrezione del Cristo!