Evangelizzare: ne vale la pena?
21 agosto 2014
Un giorno una parola - Commento a Luca 5,5
Il Signore, il tuo Dio, ti colmerà di beni; moltiplicherà tutta l’opera delle tue mani
(Deuteronomio 30,9)
Simone rispose [a Gesù]: «Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati, e non abbiamo preso nulla; però, secondo la tua parola, getterò le reti»
(Luca 5,5)
Due barche colme di pesci, tanto che rischiano di affondare; le reti sono così piene che stanno per rompersi. Una pesca «miracolosa», che avviene dopo una lunga notte di pesca infruttuosa. In effetti sembra una favola, un miraggio. Come prendere sul serio l’invito di Gesù a Simone (Pietro) e agli altri discepoli: «Prendi il largo e gettate le reti per pescare» (v. 4)?
Noi non facciamo alcuna fatica a fare nostro lo scetticismo di Pietro. Anche noi, come lui, potremmo rispondere: «Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati, e non abbiamo preso nulla». Non solo una notte, ma da anni e anni ci affatichiamo, e la nostra pesca è sempre magra. Il nostro dispendio di energie nella predicazione, nell’insegnamento, nell’evangelizzazione, è assolutamente sproporzionato rispetto ai risultati. Le nostre parole, anche se sono dette nel tuo nome, ci sembrano così deboli, così prive di efficacia. Anche noi, come Simone, siamo stanchi e abbiamo poche speranze di successo, Signore.
Ma anche noi, nonostante la nostra stanchezza e i risultati negativi della nostra «pesca», vogliamo dirti: però, nonostante tutto, sulla tua parola siamo disposti a gettare di nuovo le reti. Solo sulla tua parola.
Per essere sinceri, Signore, il tuo invito non è molto ragionevole: se per tutta la notte ci siamo affaticati senza pescare nulla, come possiamo sperare di avere successo di giorno, quando normalmente i pesci non si lasciano scovare, perché restano nascosti sul fondo? Come sperare che la nostra missione – che continueremo a compiere nello stile sobrio di testimoni di una Parola che si non si im-pone ma si pro-pone – abbia successo proprio nel nostro paese caratterizzato dalla crescente secolarizzazione e dall’indifferenza, in tempi in cui vincono la semplificazione e il discorso gridato?
Eppure, Signore, sulla tua parola getteremo le reti. Dacci di avere la stessa disponibilità dello scettico Simone; dacci il coraggio di ripartire sempre e comunque al tuo invito, anche quando sembra che le forze - materiali, morali e spirituali - ci stiano abbandonando. Anche noi, come Simone, confessiamo di essere peccatori, ma anche a noi tu rivolgi questa esortazione e questa promessa: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini» (v. 10).