Sudan, tutti chiedono il cessate il fuoco
18 aprile 2023
Proseguono gli scontri, il bilancio delle vittime sale a quasi cento morti e molti feriti. La preoccupazione del Consiglio ecumenico delle chiese per la popolazione civile, già provata da povertà e crisi umanitaria
«Il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) è seriamente preoccupato per gli impatti più ampi sulla popolazione sudanese, che stava già sperimentando significativi bisogni umanitari, sfide politiche ed economiche, un alto tasso di inflazione, povertà diffusa e gravi impatti del cambiamento climatico». Lo ha dichiarato in una nota, ieri, il segretario esecutivo, Jerry Pillay, lanciando un appello per un immediato cessate il fuoco e la fine delle ostilità nel Paese africano. «Ci stringiamo a coloro che hanno perso i propri cari e coloro che sono stati feriti, in preghiera per la loro consolazione e guarigione», ha aggiunto Pillay, «Preghiamo che Dio conceda la pace e ristabilisca la normalità e la stabilità in Sudan».
Sono salite intanto a 97 le vittime degli scontri in Sudan tra le forze armate e le Forze di supporto rapido (Rsf), decine i feriti. Come il Cec anche la comunità internazionale sta chiedendo in queste ore il cessate il fuoco.
«Quanto avviene in queste ore in Sudan è allarmante, l’azione della Wagner in tanti Paesi africani richiama a grande allarme. Questo richiede un’azione dell’Ue attiva, protagonista, di un soggetto che si impegni fortemente su questi fronti», ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando da Varsavia.
L’Europa, dal canto suo, attraverso la portavoce della Commissione Ue per gli Affari esteri e le politiche di sicurezza, Nabila Massrali, ha aggiunto: «In questo momento critico, la priorità dovrebbe essere data alla cessione delle ostilità, a non far degenerare la situazione e a risolvere le divergenze attraverso il dialogo. Nell’ultimo mese, le parti sudanesi hanno compiuto sforzi enormi per riportare il Paese sulla strada della democrazia, concordando l’accordo quadro e aprendo la strada a un governo a guida civile».
Anche i ministri degli Esteri statunitense e britannico hanno esortato oggi le parti in conflitto in Sudan a «cessare immediatamente le violenze», invitandole a tornare al tavolo dei negoziati.
Photo: Paul Jeffrey/Life on Earth (dal sito Cec)