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Al via l'Assemblea del Consiglio ecumenico delle chiese

Con una conferenza stampa apre l'11a assise dell'organismo che riunisce 350 chiese cristiane da tutto il mondo. Guerra in Ucraina, ambiente, povertà, alcuni dei temi toccati nei primi interventi

Con una conferenza stampa ha preso il via pochi minuti fa a Karlsruhe in Germania l’11 Assemblea del Consiglio ecumenico delle chiese, organismo che rappresenta circa 580 milioni di persone di fede cristiana in oltre 120 paesi e riunisce oltre 350 chiese cristiane.

Molti i temi già toccati nei vari interventi, che corrispondono alle aspettative che gli organizzatori ripongono in questa assise globale: dal clima alla povertà, dalle guerre all’unità delle chiese cristiane.

«Questa Assemblea riveste un’importanza simile alla prima, datata 1948 – ha commentato il segretario generale ad interim del Cec, padre Ioan Sauca -. Allora il mondo usciva dal dramma di un conflitto totale e devastante; oggi viviamo una miriade di conflitti, alcuni molto noti, altri dimenticati. Serve un nuovo inizio, servono parole di speranza per giungere a una riconciliazione fra popoli».

La vescova Petra Bosse-Huber dell’Ekd, la Chiesa evangelica in Germania, a sua volta ha riproposto il paragone: «Allora, 70 anni fa, Francia e Germania si combattevano: oggi attraversiamo il confine fra i due paesi senza accorgercene. Ciò grazie al dialogo, alla voglia di riconciliazione. Sono questi i modelli che dobbiamo riproporre oggi, per ribadire quanto potere abbiamo anche noi chiese di promuovere unità e pace».

Il conflitto in Ucraina appare il riferimento più pressante, anche nelle domande dei giornalisti presenti in loco e in via virtuale. Alla domanda su quale ruolo il Consiglio ecumenico possa svolgere nel dialogo fra le parti e alla richiesta di spiegazioni sulla non espulsione della Chiesa ortodossa russa dal Cec per il sostegno dato alla guerra voluta da Mosca le parole di padre Sauca sono chiare: «Abbiamo ricevuto varie richieste in tal senso, ma il comitato centrale del Cec ha ribadito la volontà di fare del nostro organismo uno spazio di dialogo libero, per cui l’espulsione non è stata approvata. Mi sono recato personalmente in Ucraina nelle scorse settimane per assicurarmi che i rappresentanti delle chiese locali fossero presenti qui a Karlsruhe, e ho caldeggiato anche la presenza della delegazione russa. Quel che conta non è la nostra personale opinione, ma che le parti in causa si incontrino. Il discorso si può estendere a varie altre situazioni di crisi nel mondo, dal Sudan alla Palestina, fino alle Coree, per citarne solo alcuni. In questi giorni che hanno preceduto l’avvio dei lavori ho visto i delegati ucraini e russi mangiare insieme attorno ad uno stesso tavolo, in privato il dialogo è immediatamente partito. Politica e religione ora li dividono, ma noi rimaniamo una piattaforma di incontro e questo è il primo posto in ciò accade per le chiese russe e ucraine, dall’avvio della guerra. Diamo spazio al dialogo e vedremo cosa accade». 

Il tema scelto per guidare i lavori assembleari, "L'amore di Cristo muove il mondo alla riconciliazione e all'unità" appare quanto mai azzeccato alla luce di quanto già discusso.

Ora al via i lavori, oggi pomeriggio previsto l’intervento del presidente della Repubblica federale di Germania Frank-Walter Steinmeier.

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