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Comunione anglicana rinforzata dopo la Conferenza di Lambeth

Due settimane di intensi lavori per la riunione di oltre 600 vescovi da tutto il mondo

 

La Comunione anglicana esce rafforzata dalle due settimane di intenso lavoro, preghiere, riflessioni della Conferenza di Lambeth. L’appuntamento che ogni 10 anni circa riunisce la famiglia anglicana mondiale per discutere dei più pressanti temi teologici e sociali ha fatto sedere attorno a un tavolo oltre 600 vescovi provenienti da 165 nazioni. Un arcobaleno di rappresentatività e di opinioni, anche distanti, su vari aspetti del vivere la chiesa nel mondo. Il vero vincitore è stato l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby che è riuscito in un’opera di mediazione che ha portato a superare brillantemente lo scoglio della morale sessuale, intesa in modalità assai differente all’interno delle singole chiese nazionali. Il riferimento principale è quello del matrimonio fra persone dello stesso sesso, già approvato da alcune chiese e osteggiato con forza da altre.

Nel riconoscere «le grandi differenze nella Comunione a riguardo del matrimonio omosessuale e la sessualità umana» Welby ha lavorato per unire e non per dividere, e lo ha fatto ricordando che l’unità della Chiesa è opera dell’agire di Dio all’interno di istituzioni composte da esseri umani, che possono avere anche opinioni differenti ma che riconoscono l’appartenenza a una medesima comunità di fede. Non si cerca una piatta omogeneità, ma un reciproco riconoscimento delle differenze, reso possibile proprio dall’amore e dall’azione di Dio.

Quindi in sostanza non cambia la dottrina tradizionale sul matrimonio, che viene riaffermata, ma si riconosce che alcune province della Comunione anglicana hanno aperto al matrimonio fra persone dello stesso sesso. È stato dato ampio spazio agli interventi e alle riflessioni e i lavori si sono conclusi con un partecipato e sentito applauso collettivo. I vescovi hanno poi discusso di ambiente, secolarismo, hanno affrontato la dolorosa pagina degli abusi all’interno delle chiese, hanno riflettuto su ecumenismo e pace. La Conferenza di Lambeth non ha valore vincolante per le singole chiese, ma rappresenta comunque una forte indicazione sul “dove andare”. Per affrontare insieme le sfide della società. 

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