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Algeria, ancora una chiesa protestante costretta a chiudere

Da quando nel 2006 una legge disciplina i culti non musulmani si sono moltiplicate le chiusure di locali di culto riformati

Ad aprile il numero di chiese protestanti costrette a chiudere in Algeria è aumentato di nuovo, secondo il report dell’organizzazione Open Doors.

A Bejaïa, nella provincia settentrionale algerina di Tizi Ouzou, la chiesa protestante di Aouchiche ha chiuso i battenti il 6 aprile. Con una comunità di circa 300 fedeli, ha ricevuto un ordine dal governatore di fermare le sue attività. Dal 2017, questa è la diciasettesima comunità in questa situazione. Secondo l'organizzazione non governativa evangelica, «le chiese bersaglio di queste ripetute chiusure sono composte da fedeli, quasi tutti algerini e di origine musulmana. Si tratta di cristiani convertiti e impegnati nella vita della loro comunità».

Nel suo rapporto sull'Algeria, Open Doors sottolinea che la maggioranza dei cristiani algerini vive in Cabilia. Limitati nell'esercizio della loro fede, sono sotto la pressione del governo. «Le leggi che regolano il culto non musulmano proibiscono tutto ciò che potrebbe “scuotere la fede di un musulmano” o “incitare un musulmano a cambiare religione”».  

La Chiesa protestante in Algeria, ha dovuto affrontare regolarmente la chiusura amministrativa dei suoi luoghi di culto da quando una legge del 2006 impone alle comunità di fede di ottenere permessi statali a vari livelli per poter operare. Nel marzo 2006, il parlamento algerino ha adottato l'ordinanza 06-03, che ha confinato il culto non musulmano a specifici edifici approvati dalla Commissione nazionale per i gruppi religiosi non musulmani. Tuttavia, fino ad oggi, non è stato concesso un solo permesso, il che ha portato a molte complicazioni per le chiese algerine, che, come pratica abituale, affittano edifici per attività di culto e informano di ciò le autorità. 

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