Stare con il Signore
04 aprile 2022
Un giorno una parola – commento a Salmo 23, 2-3
Egli mi fa riposare in verdeggianti pascoli, mi guida lungo le acque calme. Egli mi ristora l’anima
Salmo 23, 2-3
Gesù dice: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco, ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna, e non periranno mai e nessuno le rapirà dalla mia mano
Giovanni 10, 27-28
Per chi è abituato ai deserti e alle steppe, le immagini di un luogo pieno di germogli e di rivi d’acqua rappresentano un miraggio. Così il salmista rappresenta la fertilità, la freschezza, la ricchezza dello stare con Dio. Stare con il pastore significa prima di tutto ricevere: è lui che fa riposare, è lui che conduce, è lui che ristora.
Per coloro che sono abituati alle ricchezze del mondo, germogli e acqua rappresentano il nulla: stare con il pastore è quindi una perdita di tempo.
Eppure, quando ricchezza e benessere vengono meno tutto sembra cambiare. Quando la violenza della povertà e la tristezza della solitudine scuotono la vita di coloro che si credevano indistruttibili, questo salmo riesce ad accendere una luce nel buio in cui sono precipitati.
Un germoglio è segno di vita nuova che nasce, sempre nuova, ogni mattina. L’acqua che scorre tranquilla è segno di freschezza che attraversa il corpo e ridà forza a chi è spossato.
Ma soprattutto la vicinanza con il pastore è garanzia che mai nulla mancherà. È certezza che più nulla mancherà. Stare con Dio significa questo: lasciarsi avvicinare dalla sua Presenza sempre in ogni situazione della nostra vita, saper gustare la freschezza dei doni ricevuti e la tranquillità del tempo che si trascorre insieme a Lui. E così anche quando cammineremo nell’oscurità che non lascia scampo, non potremo temere il male, perché Lui è con noi. Amen!