Una via a Ginevra dedicata a Annie Jiagge, prima donna presidente del Cec
01 ottobre 2021
Di origine ghanese, magistrata, dal 1975 al 1983 fu alla guida del Consiglio ecumenico delle chiese
La città di Ginevra sta per dedicare una strada ad Annie Jiagge (1918-1996), la prima donna africana ad essere presidente del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) dal 1975 al 1983.
È stata anche moderatora della commissione del Cec sul Programma per combattere il razzismo. Ha partecipato alle assemblee del Cec a Evanston (1954), Uppsala (1968), Nairobi (1975), Vancouver (1983) e Canberra (1991). Nel 1968 ha rappresentato il Consiglio ecumenico alla conferenza dei laici cattolici a Roma. Nella sua terra natia, il Ghana, è stata consigliera del consiglio cristiano e presidente della commissione sulla partecipazione delle chiese allo sviluppo.
Annie Jiagge era la figlia di Robert Domingo Baeta, membro del direttivo della Chiesa evangelica presbiteriana del Ghana. Si interessò al movimento ecumenico quando partecipò a una conferenza mondiale della gioventù cristiana a Oslo nel 1947.
Dopo gli studi in legge presso la London School of Economics, ha esercitato la professione forense in Ghana ed è diventata magistrata, giudice di circoscrizione e giudice di alta corte.
Ha servito l'Ywca (Unione cristiana delle giovani) a vario titolo in patria e all'estero, anche come vicepresidente mondiale dal 1958 al 1962. In qualità di presidente della Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione delle donne dal 1962 al 1972, è stata l'autrice della bozza di base della Dichiarazione delle Nazioni Unite sull'eliminazione della discriminazione contro le donne.