La drammatica condizione dei cristiani in Nigeria
21 luglio 2021
Omicidi, rapimenti di massa, chiese bruciate: sempre più a rischio la vita dei fedeli cristiani, che rappresentano quasi la metà della popolazione
I banditi responsabili del rapimento degli oltre 100 studenti della Bethel Baptist School di Kaduna in Nigeria hanno chiesto ai genitori di pagare un riscatto cumulativo di 60 milioni di Naira, la moneta del paese, equivalenti a circa 120 mila Euro, per la liberazione dei giovani prelevati con la forza dai dormitori dell’istituto scolastico nella notte fra il 4 e 5 luglio.
Uno dei giovani è stato rilasciato causa le cagionevoli condizioni di salute.
«Stiamo già lavorando 24 ore su 24 per reperire il denaro necessario perché ci è stato comunicato che i nostri figli verrebbero immediatamente rilasciati» hanno raccontato ai media locali alcuni dei genitori degli studenti.
«Una certa quantità è stata raccolta, e la chiesa battista sta cercando di raccogliere fondi aggiuntivi da membri e benefattori per raggiungere quanto richiesto».
Intanto i giornali nigeriani hanno appreso che la cifra era inizialmente molto più elevata e che dopo vari giorni di trattative questa è scesa fino all’attuale somma.
Questo episodio si somma alla miriade di attacchi, moltissimi mortali, cui sono vittime i cristiani presenti nel grande paese africano. Sono circa il 50% degli oltre 200 milioni di abitanti a definirsi cristiani, tre quarti dei quali appartenenti alle varie chiese protestanti.
Il numero di cristiani indifesi uccisi a colpi di arma da fuoco dai jihadisti islamici nigeriani e dai loro collaboratori nelle forze di sicurezza negli ultimi 200 giorni dal 1° gennaio al 18 luglio 2021 è salito a non meno di 3.462 e si tratta di appena sessantotto morti in meno rispetto al totale dell’intero 2020.
Questo numero rappresenta ulteriormente le morti cristiane medie giornaliere di diciassette e il secondo più alto dal 2014, quando furono registrate oltre 5000 morti cristiane per mano per lo più del gruppo terroristico Boko Haram e dei pastori jihadisti Fulani.
Non meno di 780 cristiani sono stati rapiti in 80 giorni, dal 1° maggio al 18 luglio, mentre tra il 1° gennaio e il 30 aprile ne sono stati rapiti 2200. Ciò porta il numero totale dei cristiani rapiti da gennaio a 3000.
Si stima inoltre che il numero di Chiese minacciate o attaccate e chiuse o distrutte o bruciate dal gennaio 2021 sia di circa 300 con almeno dieci sacerdoti o pastori rapiti o uccisi. Cifre spaventose e sotto accusa finiscono anche le forze di sicurezza, accusate da più parti di complicità con i terroristi. Ma è l’intero apparato politico nigeriano che appare senza scusanti, fra denunce di aver abbandonato completamente le famiglie delle vittime e forti sospetti di connivenza in molti degli atti compiuti. Nella zona Nord dello Stato i jihadisti operano liberamente sotto la copertura e la protezione delle forze di sicurezza; rapire, uccidere, saccheggiare, distruggere o bruciare e convertire con la forza i loro cristiani prigionieri e non protetti e le loro case e luoghi sacri di culto e di apprendimento è la tragica quotidianità.