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La Cina inasprisce le regole sul clero

Il Governo chiede appoggio ai leader religiosi, e nella pratica vieta qualsiasi critica alle azioni e alle politiche del Partito comunista. Preoccupazione di Christian Solidarity Worldwide

Christian Solidarity Worldwide (CSW) ha espresso preoccupazione per l’introduzione da parte della Cina di nuove regole con le quali si chiede al clero di «appoggiare la leadership del Partito Comunista». Secondo l’organizzazione cristiana impegnata nella difesa dei diritti umani e della libertà religiosa, le nuove disposizioni significherebbero nella pratica un divieto di qualsiasi critica alle azioni e alle politiche del partito. I regolamenti stabiliscono ad esempio che il clero non deve “mettere in pericolo la sicurezza nazionale” o essere “dominato da forze straniere”.

I leader ecclesiastici possono rimanere in carica da tre a cinque anni, dopodiché devono presentare nuovamente le loro informazioni personali alle autorità per registrarsi nuovamente. CSW teme che le autorità possano rifiutarsi di registrare nuovamente coloro che hanno criticato i regolamenti o non vi hanno obbedito.

Le nuove misure amministrative sono state recentemente pubblicate dall’Amministrazione statale cinese per gli affari religiosi e sono entrate in vigore dal 1 maggio.

Un avvocato per i diritti umani ha detto a CSW che le misure sono «un’arma in più nell’arsenale [delle autorità cinesi] per limitare o perseguitare ulteriormente le comunità religiose».

Il presidente fondatore di CSW Mervyn Thomas ha chiesto al governo cinese di proteggere il diritto alla libertà di religione o di credo per tutti i suoi cittadini.

«Questi regolamenti hanno implicazioni sulla libertà di religione o credo in Cina; ciò che è ancora più significativo dei regolamenti stessi è il contesto in cui vengono introdotti», ha detto Thomas.

«Le comunità religiose in tutto il Paese stanno subendo crescenti pressioni per conformarsi a una versione della pratica religiosa approvata dal Partito. In alcuni casi la pressione è sottile, in altri è in atto un vero e proprio assalto ai diritti e alle libertà delle comunità, come nella regione uigura. Inoltre, dove le chiese e altre comunità hanno resistito a questa pressione, i loro leader hanno subito molestie, minacce e persino pene detentive».

È di poche ore la notizia dell’arresto da parte della polizia di due pastori della Zion Church, una delle più grandi chiese protestanti “domestiche” di Pechino per le loro attività religiose. Xi Jiafu è stato arrestato mercoledì scorso con l’accusa di riunione illegale, e sarebbe rimasto in carcere fino a sabato 1 maggio; il pastore Xi Jiafu è stato anche multato di 500 yuan (77 dollari). L’altro pastore portato via dalla sua casa a Pechino dalla polizia sempre mercoledì 28 aprile, è Huang Chunzi, responsabile della gestione delle finanze della chiesa e della modifica di video e immagini, secondo quanto riferisce ipkmedia.com, un sito web di notizie gestito da cinesi d’oltremare.

 

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