Argentina e aborto. «La religione non deve interferire nelle decisioni dello Stato»
16 dicembre 2020
La Camera ha approvato la proposta di legge per la legalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza. Un commento di Néstor Miguez, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Argentina
Venerdì scorso in Argentina, la Camera ha approvato la proposta di legge per la legalizzazione dell’aborto. L’approvazione è arrivata dopo un dibattito durato quasi 20 ore e il “sì” ha vinto per una manciata di voti. Ora la proposta passerà in Senato, dove una decisione è attesa entro la fine dell’anno. Già nel 2018 la Camera dei Deputati argentina aveva approvato un disegno di legge simile, poi respinto dal Senato.
«La questione dell’interruzione della gravidanza ha diverse implicazioni etiche in base alle diverse posizioni dottrinali dogmatiche» ha detto Néstor Miguez, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Argentina (Faie) all’Agenzia Nev.
«All’interno del mondo evangelico, anche le chiese protestanti storiche in Argentina hanno posizioni diverse. Ci sono chiese a sostegno della legge e altre che si sono opposte» ha continuato Miguez. Per questo motivo «la Federazione non ha fatto una dichiarazione, ma afferma che rispettando la separazione tra Chiesa e Stato accetterà quanto deciso democraticamente e la prassi parlamentare».
Diverse organizzazioni ecumeniche e chiese protestanti storiche si erano incontrate, il 4 dicembre, con rappresentanti del Ministero argentino per le donne, il genere e la diversità. Obiettivo dell’incontro, quello di discutere i testi di legge su “Interruzione volontaria della gravidanza” e “Assistenza completa della Salute durante la gravidanza e la prima infanzia” (1000 GIORNI).
«L’aborto non è una questione religiosa, ma di salute pubblica» avevano dichiarato diversi rappresentanti delle chiese protestanti e di organismi ecumenici, sottolineando la necessità di approvare la legge. Lo riferisce l’agenzia ecumenica ALC. «È necessario garantire l’educazione sessuale, la salute sessuale e la salute riproduttiva» scrivono le chiese firmatarie della dichiarazione. Fra queste, la Chiesa evangelica luterana unita, la Chiesa evangelica metodista, le chiese evangelica e valdese del Río de la Plata e le Chiese riformate argentine. «Siamo chiamati a proclamare la buona notizia. E la buona notizia è che la vita è piena di diritti per tutti» concludono.
Fra le chiese appartenenti alla Federazione delle chiese evangeliche in Argentina, spiega ancora Miguez, alcune hanno firmato la dichiarazione e altre no. Ma la posizione della Faie è comunque unitaria: «La religione non deve interferire nelle decisioni dello stato».