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Nuovi scontri nel Nagorno Karabakh

Il Consiglio ecumenico delle chiese e la società civile italiana chiedono che si arrivi presto a una vera pace tra l’Azerbaigian e l’Armenia

Il segretario generale ad interim del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), Ioan Sauca, ha espresso la sua più profonda preoccupazione per la violazione del cessate il fuoco umanitario concordato tra l’Armenia e l’Azerbaigian lo scorso 10 ottobre a Mosca.

«Esortiamo le parti in conflitto a porre immediatamente fine a tutte le azioni militari e a rispettare l’accordo di Mosca e il concordato silenzio delle armi. Chiediamo altresì alle parti di impegnarsi per giungere un dialogo che eviti l’uso della forza; un dialogo costruttivo teso a proteggere le vite umane e i diritti, a prevenire nuovi attacchi alle infrastrutture civili e ai luoghi di culto. Infine, di porre nuove basi affinché si giunga al più presto a una pace sostenibile», ha affermato Sauca. 

Un appello accorato quello di Sauca, perché tra i tragici effetti del conflitto v’è stato anche l’attacco alla cattedrale di Ghazanchetsots (conosciuta anche come del Salvatore ed è una cattedrale della chiesa apostolica armena situata nella città di Şuşa, de iure in Azerbaigian ma de facto nella repubblica dell’Artsakh) e nella quale molti civili si stavano rifugiando.

Ieri, infatti, le forze armate armene e azere sono tornate a impugnare le armi. Bombardamenti sono stati uditi nella città azera di Barda, non lontano dalla linea del fronte.

Nel frattempo, Baku (capitale dell’Azerbaigian) e Erevan (capitale dell’Armenia) si accusano a vicenda di aver violato il cessate il fuoco, siglato sabato scorso. 

«Una situazione difficile, molto dolorosa, e pericolosa anche per chi cerca un possibile rifugio nei luoghi di culto - ha proseguito Sauca -. Condanniamo ogni attacco rivolto ai reciproci siti religiosi e culturali. Preghiamo e ci auguriamo che i leader e le istituzioni religiose, insieme ai responsabili delle decisioni politiche e militari, possano unirsi nello sforzo comune per porre fine a questo conflitto», ricordando che «proteggere ogni vita umana e comprendere il valore dell’esperienza interreligiosa nel reciproco rispetto è l’unica via per costruire un futuro di pace, di giustizia e di dignità umana».

Anche la Conferenza delle chiese europee (Kek), che rappresenta 114 chiese nel Continenete, nei giorni scorsi si era rivolta all’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e al Servizio europeo per l’azione esterna, chiedendo di aumentare gli sforzi per una soluzione pacifica e duratura nel Nagorno-Karabakh. 

E in Italia, si stanno moltiplicando gli appelli per chiedere la fine del conflitto. Uno di questi, firmato da molti intellettuali, è stato consegnato solo ieri al Parlamento italiano per chiedere la pace nel Caucaso.

«Rifiutiamo la logica della guerra, vogliamo la pace - esordisce l’appello -. Rifiutiamo la violenza, la sopraffazione, la negazione dei diritti e dell’identità armena del Nagorno Karabakh. Consideriamo il Nagorno Karabakh come parte integrante dell’Armenia storica e riteniamo fuorviante parlare di separatismo», riferendosi all’attacco che l’Azerbaigian dal 27 settembre scorso ha sferrato contro il Nagorno e l’Armenia. 

«L’attacco - prosegue l’appello - non sarebbe possibile senza un massiccio aiuto militare della Turchia. Durissimi combattimenti sono in corso lungo la linea di contatto e pesanti bombardamenti colpiscono in modo indiscriminato insediamenti civili». 

Un conflitto che è stato definito dall’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite come uno scenario, nel quale, per giorni, si sono succedute «uccisioni, torture, violenze sessuali e ruberie contro la popolazione armena», ha ricordato l’Onu. 

L’appello ricorda poi che è proprio per «proteggere la popolazione del Nagorno Karabakh che l’Armenia occupa i distretti azeri a ridosso della regione. Il popolo Armeno è sopravvissuto al genocidio del 1915-1922 e vuole evitare che si ripeta ora su scala azera».

L’appello conclude appellandosi anch’esso «Alle Nazioni Unite e all’intera Comunità Internazionale perché fermi questa aggressione armata contro il Nagorno Karabakh e l’Armenia e difenda i diritti fondamentali di dignità, libertà, identità socio-culturale degli armeni. 

Ci appelliamo all’Osce, in particolare al Gruppo di Minsk, per il cessate il fuoco e per la ripresa del negoziato che prospetti una soluzione pacifica definitiva, garantita da un’efficace forza di monitoraggio internazionale (“Caschi Blu”). Confidiamo che l’Europa e l’Italia s’impegnino in questo percorso di pace in linea con i propri principi e i propri valori. L’Armenia e tutto il Caucaso sono il Vicinato dell’Europa e questa pace è interesse della stessa Europa».

Infine l’appello chiede al Parlamento italiano che, «le Istituzioni, tutte, si facciano promotrici di un’azione forte per sensibilizzare la Comunità e le Sedi Internazionali (Osce, Nazioni Unite, Parlamento Europeo), al fine di indurre le parti a giungere a una pace giusta e duratura».

Sostengono questo appello:

Sonya Orfalian, scrittrice (promotrice)

Curzio Maltese, giornalista

Nicola Piovani, compositore

Maria Immacolata Macioti, sociologa

Franco Ferrarotti, sociologo

Luigi Manconi, sociologo, già presidente comm. Diritti Umani Senato

Anna Foa, storica

Laura Mirachian, ambasciatore

Rocco Cangelosi, ambasciatore

Gen. Vincenzo Camporini, già Capo di Stato Maggiore della Difesa

Bruno Manfellotto, editorialista L’Espresso

Giancarlo Santalmassi, giornalista

Arnaldo Nesti, sociologo

Enrico Calamai, ex-console

Michele Bagella, docente universitario

Gian Paolo Bagella, senior advisor

Manuela Fraire, psicanalista

Gloria Bartoli, docente universitaria

Riccardo Paternò, Pres. EY Business School e Fondazione Ernst Young

Guido Rivolta, consulente rapporti istituzionali e comunicazione

Gabriele Nissim, presidente Gariwo (Foresta dei Giusti)

Simona Marchini, attrice e ambasciatrice UNICEF

Giorgio Battistelli, compositore

Dario Marianelli, compositore

Vincenzo Vita, pres. Arch. audiovisivo mov. Operaio e democratico

Stefano Levi della Torre, scrittore-docente

Pietro Kuciukian cofondatore Gariwo (Foresta dei Giusti)

Anna Maria Samuelli, cofondatrice Gariwo (Foresta dei Giusti)

Roberto Olla, giornalista

Danila Satta, giornalista e scrittrice

Silvia Bre, poeta

Giuliano Taviani, compositore

Valerio Magrelli, scrittore,

Arnaldo Nesti, sociologo

Lucia Poli, attrice

Franca Coen, Comunità Ebraica Roma

Pasquale Catalano, compositore

Stefano Mainetti, compositore

Pivio, compositore

Stefano Reali, regista e compositore

Riccardo Giagni, compositore e musicologo

Ludovica Modugno, attrice

Marco Carniti, regista

Grazia Moffa, sociologa

Lucyna Gebert, linguista, già Sapienza Univ. di Roma

Rita Paris, Fondazione Bianchi Bandinelli

Alessandra Sannella, sociologa

Alessandro Molinari, compositore

Paolo Macioti, già dirigente RAI.

Nicola Porro, sociologo, saggista

Gianni Schilardi, editore

Simonetta Bisi, sociologa, saggista

Giuliano Campioni, saggista

Fabrizio Fornaci, compositore

Isa Ciani, operatrice socio-culturale

Roberto Cipriani, sociologo, saggista

Alfonsina Russo, dir. Parco archeologico del Colosseo

Vittorio Lannutti, Univ. Politecnica delle Marche

Mara Clemente, Integrate Research at CIES-ISCTE-IUL Portogallo

Lavinia Oddi Baglioni, insegnante, saggista, circolo Montevecchio

Irene Ranaldi PHD, presid. Associazione Culturale Ottavo Colle

Fiamma di Montezemolo, antropologa e artista, Univ. Davis, California

Tarek Elhaik, antropologo culturale, Univ. Davis, California

Gianni Innocenti assessore urbanistica comune di Tivoli

Nicolas Martino, docente universitario

Irma Toudjian, pianista, compositrice

Francesca Manca, psichiatra

Stefania Salvadori, psicoanalista

Francesco Gana, editore

Lilia Zaouali, scrittrice

Ruggero Manciati, industriale

Marina Veronesi, insegnante

Giuseppe Faso, insegnante

Anna-Lou Toudjian, attrice

Viviana Vacca, filosofa, insegnante

Enrico Pugliese, professore emerito, Sapienza Univ. di Roma, IRPPS CNR

Elena Spinelli, sociologa e assistente sociale

Carlo Postiglione, sindacalista

Gian Piero Jacobelli, filosofo e antropologo

Sylvie Mutafian, docente Università di Torino

Claudio Paravati, direttore rivista e Centro studi "Confronti"

Maurizio Redegoso Kharitian, musicista

Maria Giuseppina Tagliasacchi, pensionata

Stefano Lenza, pensionato

Anna Maria Calore, pres. Ass. Volontariato “Raccontarsi-Raccontando”

Eva Toudjian, dirigente amministrativo

Giuseppe Salvatori, artista

Stefania Portaccio, scrittrice

Simon Pietro Cussino, artista

Giulio Farnese, attore

Silvana Zocchi, Asso-Associazione Solidale, Torino

Antonina Serra, medico

Alberto Soi, grafico

Carla Marchini, imprenditrice teatrale

Marisa Ranieri Panetta, archeologa e scrittrice

Sante Polica, docente universitario

Marina Beer, docente universitario

Antonella Catini, artista

Anna Maria Pensa, pedagogista

Giuseppe Modica, artista

Luigi Battisti, artista,

Vittoria Biasi, storica e critico d’arte

Debora D’Errico, docente

Alice Rubbini, curatrice

Tea Cucchi, psicoterapeuta

Patrizia Bettarelli, illustratrice

Barbara Enna, imprenditrice

Franca De Angelis, impiegata

Antonio Ciniero, docente Università del Salento

Flavio Micheli, artista

Fausto Lepori, imprenditore

Marina Mureddu, ricercatrice

Elda Monaldi Blanc, psicologa

Riccardo Caporossi, regista e attore

Michela Pertile, commercialista

Domenico Maddaloni, docente universitario.

Andrea Farri, compositore

Valentina D’Agostino, attrice

Giorgio Marchesi, attore

Maria Ida Biggi, docente universitaria, curatrice archivio Cini

Cristiano Chiarot, sovr. la Fenice, Maggio Mus. Fiorentino

Arda Kiljian, dirigente

Sergio Anrò, attore

Rosa Tignanelli. preside

Giovanni Ricciardi, docente universitario

Giovanni Coda, regista

Gian Mario Gillio, giornalista

Marisa Coni, psichiatra

Emile Abou, architetto

Marielle Abou, stilista ...

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