Gioco d’azzardo in Piemonte: si torna a discutere della legge regionale
29 luglio 2020
Presentata la proposta di legge della maggioranza che vorrebbe abrogare quella del 2016
A distanza di poco più di un mese di distanza si torna a discutere di gioco d’azzardo in Piemonte e della legge del 2016 che ne limita l’offerta: era il 16 giugno scorso quando la maggioranza tentò di far passare un emendamento all’interno di un decreto omnibus che avrebbe avuto l’effetto di cancellare la retroattività della norma per gli esercenti che avessero installato le slot machine prima dell’entrata in vigore della legge. Un vero e proprio colpo di mano che fece infuriare le opposizioni e portò la stessa maggioranza a fare un passo indietro e accettare di discutere la legge secondo metodi politicamente più ortodossi.
E così, la scorsa settimana, in una seduta congiunta tra le commissioni terza, quarta e legalità del consiglio regionale, è stata presentata dalla maggioranza la nuova proposta di legge in materia per depotenziare gli strumenti contenuti nella legge 9 del 2016. Seppure la discussione questa volta stia avvenendo nei corretti binari istituzionali, secondo Giorgio Bertola, consigliere 5 Stelle e presidente della commissione legalità, il contenuto della proposta è addirittura più preoccupante di quello di un mese fa «Se in quella sede la maggioranza aveva tentato di imporre un emendamento che avrebbe eliminato la retroattività della norma, in questo caso ci troviamo di fronte a una proposta che intende abrogare completamente la normativa del 2016 per sostituirla con una ex novo».
Come più volte sottolineato dalle opposizioni, inoltre, sul tema del gioco d’azzardo è stato commesso un vero e proprio errore di prospettiva: mentre la legge del 2016 è stata costruita inquadrando la ludopatia in un quadro di problematica sanitaria, l’attuale maggioranza ha spostato l’epicentro della discussione sul piano delle attività produttive, mettendo l’accento sui danni subiti dagli esercenti piuttosto che sulla salute dei cittadini.
A questo punto l’idea dell’opposizione è quella di allargare la discussione coinvolgendo tutte le realtà che operano sul territorio «Trattandosi di una legge nuova ed estranea al precedente iter di legge - spiega Bertola - pretendiamo che vengano nuovamente ascoltate tutte le realtà territoriali coinvolte nella questione, dai Serd alle associazioni che si occupano di legalità».
La proposta di legge, d’altro canto, confermerebbe in toto il Piano integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d'azzardo patologico, ossia la parte relativa agli strumenti di prevenzione e sensibilizzazione sulla ludopatia. Ma anche in questo caso c’è più una perplessità sull’efficacia della messa in pratica del piano «In primo luogo - spiega Bertola - se si propone una legge più liberale sarebbe opportuno potenziare il piano di contrasto alla ludopatia e non lasciarlo invariato. Inoltre il piano contenuto nella legge del 2016 non è mai partito: ci sono fondi sbloccati dalla conferenza stato-regioni e già stanziati che attendono soltanto di essere impiegati ma che, a oggi, ancora sono fermi»
Certamente, da un punto di vista politico, la maggioranza ha una forza numerica in grado di imporre un cambiamento peraltro promesso in campagna elettorale. Di conseguenza il supporto e la salvaguardia della legge del 2016 è da giocarsi al di fuori del consiglio regionale «Sarà molto importante che le realtà che operano nel settore facciano sentire la propria voce e siano in grado di riportare il tema nel contesto corretto, che deve necessariamente essere quello della salute pubblica»