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Burundi. Corso di formazione sulla pace

La locale Chiesa anglicana, in collaborazione con l’Unicef, ha condotto un corso di formazione sulla costruzione della pace e sulla coesione sociale rivolto a migliaia di giovani

La Chiesa anglicana del Burundi, in collaborazione con l’Unicef, organizzazione per l’infanzia delle Nazioni Unite, ha condotto un corso intensivo di formazione sulla costruzione della pace e sulla coesione sociale rivolto a migliaia di giovani residenti a Kibago, Mabanda, Nyanza Lac e Rumonge.

La formazione aveva lo scopo di aiutare i giovani ad affrontare le problematiche legate all’instabilità sociale, come la povertà e la disoccupazione. Durante le sessioni di formazione, tenute una volta a settimana, i giovani hanno partecipato a discussioni tematiche, hanno ricevuto prestiti per dare inizio ad attività lavorative e hanno avviato attività per generare reddito al fine di contrastare la povertà. Un gruppo di ragazze di Nyana-lac, ad esempio, ha investito risorse nella coltivazione del riso.

La Chiesa anglicana del Burundi ha affermato che la formazione è stata particolarmente importante durante le elezioni che si sono svolte a fine maggio. La Chiesa ha infatti incoraggiato le persone ad affrontare il processo elettorale in modo responsabile e impegnarsi nella costruzione della pace nelle loro comunità prima, durante e dopo le elezioni.

Il vescovo di Matanya, Seth Ndayirukiye, ha detto: «Le elezioni devono essere considerate come un normale processo che può aiutare il Paese a progredire verso un ulteriore sviluppo, piuttosto che come fonte di conflitti e crisi».

Il mese scorso, il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite aveva segnalato un deterioramento della situazione in Burundi. L’Acnur, Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, aveva denunciato che le «Forze per la difesa della democrazia» – una lega giovanile legata al Consiglio nazionale del presidente uscente Pierre Nkurunziza – aveva compiuto diversi attacchi contro i politici dell’opposizione e le loro famiglie. Il gruppo aveva compiuto «omicidi, sparizioni, arresti e detenzioni arbitrari, atti di tortura e maltrattamenti, stupri contro membri dell’opposizione politica attuali o presunti».

Il Burundi, da quando ha ottenuto l’indipendenza nel 1962, ha sofferto omicidi, colpi di stato, episodi di pulizia etnica, guerre civili e genocidi. Le ultime elezioni generali, nel 2015, sono state accompagnate da un tentativo fallito di colpo di stato.

 

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