La Chiesa Unita di Cristo sostiene la decisione della Corte Suprema di proteggere i lavoratori gay e transgender dalla discriminazione sul lavoro
22 giugno 2020
Importante sentenza che sottolinea come l'orientamento sessuale non possa rappresentare un motivo di licenziamento
Lunedì 15 giugno la storica decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti: con un totale di 6 voti favorevoli e 3 contrari, i giudici hanno stabilito che una legge federale esistente, la Civil Rights Act del 1964, proibisce la discriminazione sul lavoro sulla base dell'orientamento sessuale o dello status di transgender
Il pastore Mike Schuenemeyer, dirigente per la difesa della salute e dell’integrità della Ucc, la Chiesa unito di Cristo, ha applaudito a questa grande vittoria per la comunità LGBTQ+. «La decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di vietare la discriminazione lavorativa nei confronti di persone gay o transgender è una sentenza molto attesa e importante per la giustizia», ha affermato Schuenemeyer, sottolineando che l'Ucc ha sostenuto l'uguaglianza sul posto di lavoro per le persone LGBTQ+ dal 1969.
La decisione, basata sul Titolo VII della legge sui diritti civili, è stata scritta dal giudice Neil Gorsuch, il primo nominato della Corte suprema del presidente Trump. «Un datore di lavoro che licenzia un individuo per essere omosessuale o transgender licenzia quella persona per tratti o azioni che non avrebbe messo in discussione con persone di un sesso diverso», ha scritto Gorsuch. «Il sesso e l’orientamento sessuale svolgono dunque un ruolo evidente e indiscutibile nella decisione, esattamente ciò che il Titolo VII vieta».
Grazie a questa decisione, le comunità LGBTQ possono ora respirare l'aria della libertà in 25 stati in cui non c'era protezione legale a livello statale contro la discriminazione sul lavoro.