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Il 30 marzo del 1853 nasceva Vincent van Gogh

Figlio di un pastore protestante il pittore realizzò alcune opere sacre non originali

In molti ritenevano che Vincent van Gogh avrebbe deciso di seguire le orme del padre e del nonno, scegliendo di diventare anch'egli un pastore protestante. 

Come sappiamo, così non fu. 

Tuttavia, l’artista – del quale oggi ricorre la data di nascita (30 marzo 1853), ritenuto unanimemente tra i più importanti pittori al mondo –, decise di far emergere comunque la spiritualità ereditata in famiglia e di realizzare nella sua vita alcune opere sacre, non originali, reinterpretando l’arte sacra di due colleghi che lui stimava, Delacroix e Rembrandt. 

Vincent era figlio di Theodorus van Gogh, un pastore legato alla Scuola di Groninga, città dei Paesi Bassi e capoluogo della provincia omonima. Una Scuola teologica, sorta nel diciannovesimo secolo, dedita soprattutto agli studi biblici di Petrus Hofstede de Groot, il teologo protestante olandese nato a Leer (Frisia orientale) l’8 ottobre 1802 e morto a Groninga il 5 dicembre 1886. Dapprima, Groot operò come pastore a Ulrum e poi dal 1829 come professore a Groninga, dove divenne il più autorevole rappresentante della corrente teologica, seguita anche dal padre di van Gogh. 

Una corrente di orientamento essenzialmente razionalistico all’interno del calvinismo olandese (del cristianesimo respingeva i misteri fondamentali), che ebbe larga influenza in tutti i Paesi Bassi. 

Il giovane Vincent, in realtà, inizialmente aveva deciso di seguire le orme del padre, ma poi, dopo una serie di fallimenti come predicatore, decise, anche in virtù del turbolento rapporto con il padre stesso, di abbandonare la carriera pastorale, decidendo di dedicarsi al mercato dell’arte nel quale si era introdotto anche il fratello Theodorus (Theo), e con il quale intrattenne un fitto epistolario, il quale divenne poi il primo conoscitore e finanziatore dell’arte di Vincent.

La formazione presso gli ambienti legati alla Riforma e una quotidiana frequentazione con le Sacre Scritture influenzarono dunque la crescita del giovane Vincent, ricorda il sito Alteia.org: «Vincent van Gogh è molto meno noto per i suoi dipinti religiosi che per i suoi girasoli, le notti stellate e gli innumerevoli autoritratti. Il motivo non è il fatto che appartengano tutti alla collezione vaticana, anche se in un caso è così. La realtà è che i pochi che dipinse sono copie di altre opere, e quindi ricevono scarsa attenzione. È un paradosso per un uomo dalla profonda spiritualità. Da giovane aveva cercato di diventare pastore protestante, come suo padre e suo nonno. Dopo aver fallito nella sua vocazione, chiese al fratello Theo: “Come posso essere utile al mondo? Non posso servire qualche obiettivo?».

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