Eutanasia in Germania. Savarino (commissione bioetica): «attenzione a scelte solo apparentemente autonome»
28 febbraio 2020
Il coordinatore della Commissione bioetica delle chiese metodiste, battiste e valdesi in Italia e membro del Comitato nazionale per la bioetica chiede di fare attenzione alle situazioni «in cui l’autonomia individuale sembrerebbe essere presente, ma nei fatti non è tale»
«Da un punto di vista personale, mi sono sempre dichiarato favorevole alla liceità morale e alla possibilità di legalizzazione giuridica del suicidio assistito in casi eccezionali, cioè ben specifici e circoscritti, come per esempio alcune particolari condizioni di malattia. Naturalmente quali siano queste condizioni è qualcosa che deve decidere la politica. Ritengo comunque che la richiesta di essere aiutati a morire e l’accettazione di tale richiesta, in certi casi, possano essere giustificati moralmente e dovrebbero essere giuridicamente possibili».
Questo è quanto Luca Savarino, coordinatore della Commissione bioetica delle chiese metodiste, battiste e valdesi in Italia e membro del Comitato nazionale di bioetica, ha dichiarato all’Agenzia Nev a proposito della sentenza della Corte costituzionale federale di Karlsruhe, in Germania, che mercoledì scorso ha dichiarato incostituzionale un articolo di legge che proibisce il suicidio medicalmente assistito, presente in una norma approvata dal parlamento tedesco nel novembre 2015. Secondo questo articolo l’assistenza organizzata al suicidio era passibile di una pena fino a tre anni.
La sentenza della Corte di Karlsruhe sostiene che ogni persona avrebbe il diritto di scegliere la propria morte e che questo diritto includerebbe la libertà di togliersi la vita e di richiedere assistenza a che ciò avvenga. Afferma inoltre che il diritto a scegliere la propria morte non dovrebbe essere limitato a certe fasi della vita e a particolari condizioni di malattia. Le indicazioni della Corte non sono vincolanti ma definiscono un quadro che offre al legislatore, e quindi alla politica, un ventaglio di possibilità ampio per concepire una norma che sia compatibile sia con i principi enunciati sia con l’ordinamento vigente.
«Non intendo entrare nel merito della legittimità di una corte di giustizia tedesca – ha detto Savarino – perché non ho una competenza specifica sul piano giuridico; la mia opinione quindi è di tipo etico e politico» ha proseguito.
Ed è proprio da questo punto di vista che il coordinatore della Commissione bioetica delle chiese metodiste, battiste e valdesi in Italia si pronuncia a proposito della sentenza trovando fondate le preoccupazioni espresse dalla chiesa evangelica tedesca e dalla conferenza episcopale cattolica tedesca.
«Suscita in me perplessità l’idea secondo cui il suicidio medicalmente assistito dovrebbe essere una possibilità accessibile a tutti in base al diritto di poter decidere il modo e il momento della propria morte in corrispondenza alla propria idea della dignità umana – ha dichiarato Savarino -. Questo tipo di posizione, che fa leva su una sorta di assolutizzazione dell’autonomia individuale, a mio parere è pericolosa e non sostenibile perché esistono situazioni in cui l’autonomia individuale sembrerebbe essere presente, ma nei fatti non è tale. Condivido l’idea espressa nel comunicato congiunto delle chiese secondo cui questo tipo di impostazione etico giuridica comporterebbe il rischio di una pressione eccessiva su categorie fragili di persone – anziani o malati -, o categorie deboli della popolazione – coloro che sono svantaggiati economicamente – inducendo queste persone a mettere in atto delle scelte apparentemente autonome ma in realtà contingenti, perché’ pesantemente condizionate dal contesto sociale in cui si trovano a vivere» ha concluso.