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«Lo darò alla chiesa!»

Un cortometraggio riflette in modo ironico sulle idee a volte bizzarre di “dono” alla propria chiesa; è una delle proposte della Chiesa presbiteriana Usa per stimolare le contribuzioni

«Dio ama un donatore gioioso». Che cos’ha in comune questo versetto (II Corinzi 9,7) con un film horror? Nella Chiesa presbiteriana degli Stati Uniti l’idea originale (raccontata qui) è stata trattare il tema del sostegno economico alla propria chiesa con un cortometraggio – proprio nei giorni di Hallowen, ma soprattutto nel periodo della “Stewardship Sunday”, in cui le chiese fanno il punto sulle contribuzioni in vista della chiusura dell’anno finanziario. 

Un periodo rispetto al quale, dice il sottotitolo del corto, «non c’è niente di più spaventoso!». E non si parla di zucche e vampiri, ma del difficile compito di commissioni finanze e pastori di far quadrare i conti… un tema molto vicino anche alle nostre piccole chiese protestanti italiane.

Il cortometraggio mostra in tre minuti, in modo umoristico, un’idea paradossale di “dono” alla propria chiesa. Freezer Burn, questo il titolo, è stato realizzato da InLighten Films, fondata dal regista e produttore Scott Galloway, figlio, nipote e pronipote di pastori presbiteriani, che in un comunicato stampa afferma: «Ogni leader di chiesa si trova ogni anno a dover affrontare il difficile compito di parlare di denaro e di dono alla chiesa: il filmato può aiutare a stimolare la discussione su ciò che doniamo e su come prendiamo le decisioni riguardo al donare».

Galloway ammette di essere stato facilitato dal lavoro del padre John, che in 50 anni di ministero pastorale ha realizzato un database cartaceo su vari temi e personaggi biblici; mettendole insieme a quelle di altri colleghi pastori è arrivato alla ragguardevole cifra di 10.000 schede, un grande patrimonio di storie e idee, che ha fornito spunti ai corti del figlio, in tempi super tecnologici, con tutta la concretezza di uno schedario metallico pieno di cartoncini.

InLighten Films produce ogni settimana, con la partecipazione di attori e registi professionisti, piccoli filmati incentrati su un tema delle Scritture o della fede cristiana, seguendo il Revised Common Lectionary, in modo da poter essere utilizzati durante il culto, negli studi biblici o alla scuola domenicale. I video sono diffusi online, possono essere acquistati dalle chiese in una qualità proiettabile tramite un abbonamento mensile a partire da 49 dollari. I video utilizzano stili diversi, dalla storia all’attualità, dalla dimensione locale a quella internazionale, dai toni seri a quelli umoristici, come appunto in questo caso. 

In un’atmosfera inquietante, che riprende molti cliché cinematografici, una signora scende nel seminterrato di casa e apre il freezer trovandoci dentro qualcosa di terrificante. Nella scena seguente la troviamo dal macellaio, incredulo di fronte a un tacchino congelato nel 2003 e incapace di suggerirle che cosa farne: la soluzione, che fa spuntare sul viso della donna un sorriso soddisfatto, è: «Lo darò alla chiesa!».

 

Come esortare i membri di chiesa a essere donatori generosi e lieti? Freezer Burn presenta in modo originale quello che non bisogna fare, aprendo la discussione sulle motivazioni e le modalità del nostro vivere l’appartenenza. Gli strumenti utilizzati dalle chiese sono svariati, più o meno tecnologici, e ne abbiamo parlato diverse volte su Riforma: dai bancomat nei luoghi di culto, alle campagne di fundraising su obiettivi specifici, nella consapevolezza che ormai non ci si può più limitare a “mettere nelle mani dei fedeli il bilancio ed esortarli a contribuire”, come suggerisce un altro articolo della PcUsa che racconta un altro esempio estremamente creativo: muovendosi lentamente lungo la navata centrale, indossando un mantello con un cappuccio nero, la “testimonial” di questa originale campagna ricorda cupamente il tempo delle contribuzioni e chiede ai fedeli di dare la loro offerta. Ma subito si scuote, dicendo: «No, aspettate, non deve essere così» e liberandosi del mantello rivela un tutù arancione e una calzamaglia viola, scatenando l’allegria (e la generosità) dei presenti…

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