In Irlanda del Nord aborto e matrimoni ugualitari sono ora legali
22 ottobre 2019
Alla mezzanotte di ieri lunedì 21 ottobre è entrata in vigore la nuova legislazione. Critiche le chiese del Paese
I matrimoni fra persone dello stesso sesso e l'aborto sono diventati legali in Irlanda del Nord.
Alla mezzanotte tra lunedì 21e martedì 22 ottobre sono scaduti i termini stabiliti dal Parlamento del Regno Unito, lo scorso luglio, che con il Northern Ireland (Executive Formation and Exercise of Functions) Bill, ha deciso di estendere al nord dell’isola un pacchetto di leggi sui diritti civili che includono, oltre all’aborto, anche il matrimonio fra persone dello stesso sesso. Ciò perché il parlamento nord-irlandese è bloccato da quasi tre anni, per l’incapacità dei partiti di formare una maggioranza stabile. I parlamentari di Londra hanno approfittato di questo stallo per estendere anche all’Ulster le norme in materia: l’Irlanda del Nord era rimasta l’unica delle quattro nazioni costitutive del Regno Unito a vietare l’aborto, legale in Inghilterra, Galles e Scozia dal 1967; il matrimonio egualitario invece è legge in Inghilterra dal 2013, il Scozia e Galles dal 2014.
Come raccontavamo alcuni giorni fa, nel corso dell’estate ci sono state manifestazioni anti-aborto a Belfast e in altre città, è nata una petizione online su change.org che ha raccolto più di 5400 firme, e hanno preso la parola anche i i leader delle principali denominazioni cristiane del paese, anglicani, metodisti, cattolico-romani, presbiteriani e il Consiglio delle chiese d’Irlanda, per esprimere «grave preoccupazione in quanto non è dimostrato che questi cambiamenti riflettano la volontà della gente, in quanto questa non è stata consultata» e per «il timore che siano negati aspetti fondamentali di tutela della donna e del nascituro».
Stamane, a giochi fatti è di nuovo la Chiesa presbiteriana la prima a far sentire la propria voce, per bocca del suo moderatore, il pastore William Henry, che ha espresso «la delusione e il rammarico per il mancato ripristino dell'esecutivo dell'Irlanda del Nord prima del 22 ottobre, aprendo la strada alla liberalizzazione della legge sull'aborto e all'introduzione del matrimonio omosessuale nel Paese. A seguito del nostro precedente appello a una leadership coraggiosa e compassionevole al servizio del bene comune nell'Irlanda del Nord, ci dispiace moltissimo che questa ultima opportunità di ripristinare il parlamento nell'Irlanda del Nord non sia stata pienamente compresa dai nostri partiti politici locali. Abbiamo costantemente incoraggiato tutte le parti a mettere da parte le loro "linee rosse" per trovare una soluzione che avrebbe permesso la formazione di un governo e abbiamo sostenuto il Segretario di Stato nei suoi tentativi a riguardo. Resta sorprendente che alcune parti siano state disposte a consentire al parlamento britannico di legiferare per il popolo dell'Irlanda del Nord. È sempre stata la posizione della Chiesa presbiteriana in Irlanda che le decisioni su questioni di competenza locale, comprese le questioni sensibili dell'aborto e del matrimonio omosessuale, debbano rimanere di competenza degli eletti e delle elette a livello locale.
La nostra attenzione ora si concentra sui regolamenti che devono ora essere attuati per quanto riguarda il cambiamento nella definizione di matrimonio, l'aborto e gli importanti diritti di coscienza per coloro che si occupano di cure mediche e infermieristiche. Sebbene questa finestra di opportunità sia ormai passata, invitiamo i leader di partito a rinnovare gli sforzi per ripristinare l’autonomia parlamentare».
Anche i metodisti nord-irlandesi, attraverso le parole del pastore Sam McGuffin, Presidente della Chiesa Metodista in Irlanda, hanno manifestato «la profonda delusione per il fatto che i nostri parlamentari dell'Irlanda del Nord, grazie alla loro incapacità di collaborare, abbiano permesso a questa legislazione sull'aborto di diventare legge. Desidero esprimere il mio ringraziamento a quelle organizzazioni che hanno sostenuto il diritto alla causa della vita e le incoraggerei a continuare nei loro sforzi per apportare un cambiamento a questa legislazione estrema».