Conferenza metodista britannica. Una chiesa vitale, attenta alle sfide dell’oggi
09 luglio 2019
La presidente dell’Opera per le Chiese Evangeliche Metodiste in Italia (Opcemi) Mirella Manocchio racconta la sua esperienza alla Conferenza metodista britannica 2019
Si è da poco conclusa l’annuale Conferenza della Chiesa metodista britannica (Birmigham 27/06-4/07/2019) che ancora una volta ha rimandato a noi, rappresentanti internazionali delle chiese sorelle, l’immagine di una chiesa vitale, attenta alle sfide dell’attualità e sensibile alle diverse realtà culturali/etniche presenti al suo interno. Oltre alla consueta rappresentanza dei gruppi giovani che hanno presentato il loro manifesto “3Generate”, significativa è stata la presenza di giovani tra i membri eletti dai distretti, soprattutto donne di origine africana: una partecipazione non solo numerica, ma importante anche per la qualità degli interventi.
Barbara Glasson e Mirella Manocchio
Tanti i temi trattati che hanno interessato e sfidato i membri della conferenza, a partire da quello che ha avuto maggior impatto mediatico, il nuovo documento sul matrimonio: “God of love unites us”. Il documento è frutto di una riflessione decennale e di un attento lavoro teologico e linguistico che ha portato la conferenza ad accoglierlo con una larghissima maggioranza pure nelle sue parti più complesse e innovative, quali l’accoglimento del matrimonio per coppie dello stesso sesso (le benedizioni sono già accolte dal 2005), le unioni civili e la coabitazione. Non sono certo mancate le resistenze e gli endorsment chiaramente contrari, eppure la Conferenza ha saputo affrontare ogni questione con sensibilità e alla luce del principio “connexionale” di non separazione «dai tuoi fratelli e sorelle, che tu sia in accordo con le loro opinioni o no» (John Wesley). Il corposo documento ora verrà mandato ai circuiti e ai distretti affinché sia studiato e discusso, e definitivamente approvato alla prossima Conferenza 2020.
Anche le questioni ambientali e climatiche hanno giocato un ruolo importante. Sono state approvate alcune risoluzioni che confermano – nel 2011 vi era stata la dichiarazione ufficiale “Hope in God’s future” – la determinazione della chiesa metodista britannica di muoversi a livello individuale e comunitario per ridurre sensibilmente l’utilizzo della plastica e portare le emissioni a zero entro il 2050, anche attraverso mirati investimenti o disinvestimenti del Consiglio metodista. Inoltre, all’inizio dell’anno è stata lanciata l’iniziativa per creare “Eco Circuiti e Eco Distretti” in collaborazione con l’organizzazione ecologista cristiana “A Rocha”. La neoeletta presidente della Conferenza, pastora Barbara Glasson, che ha camminato per oltre 214 chilometri fino alla sede della Conferenza per raccogliere fondi in favore delle popolazioni colpite dai cambiamenti climatici, ha detto: «Come Chiesa crediamo nella possibilità di trasformazione. La nostra chiesa ha ascoltato la voce delle comunità di tutto il mondo che stanno già subendo gravi conseguenze dei cambiamenti climatici». La risposta della Conferenza è stata senza incertezze che ora bisogna agire!
Ma di non meno rilevanza sono state pure altre tematiche: il processo di avvicinamento con la chiesa anglicana al fine di sancire un patto in piena comunione, i disinvestimenti in società che sostengono le azioni discriminatorie di Israele nei confronti della Palestina, le azioni per ridurre la povertà nel paese e quelle per salvaguardare i bambini.
In qualche modo anche il nostro paese è stato protagonista quando si è parlato di migranti e rifugiati e delle azioni da intraprendere per sostenere politiche di reale accoglienza e integrazione: una delle 4 risoluzioni approvata è, infatti, dedicata all’impegno delle nostre chiese in Italia, al progetto Mediterranean Hope, a chiedere al governo britannico di riallocare quote maggiori di migranti, oltre a sostenere il progetto di una coalizione di paesi che dia vita a corridoi umanitari europei.
Per concludere mi pare che questa chiesa voglia ancora mantenersi ben dritta sulla barra stabilita nel 2012: «Un mondo trasformato dall’amore di Dio; una Chiesa fiduciosa motivata a condividere l’amore di Dio; un popolo che celebra l’essere parte di una famiglia mondiale». (Dichiarazione di visione per la missione).