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Finisce il culto non stop in Olanda, la famiglia non verrà espulsa

Una legge vieta l'arresto in chiesa. Dal 25 ottobre senza sosta 650 pastori e predicatori si sono alternati per non cessare mai la funzione al fine di tutelare una famiglia migrante, ospitata nei locali, che rischiava il rimpatrio. Ora la svolta

Dopo più di 3 mesi, 95 giorni per la precisione, si è concluso il culto non stop nella chiesa Bethel nella città de L’Aja, nei Paesi Bassi. La funzione ha avuto termine perché il governo olandese ha accettato la richiesta di asilo della famiglia Tamrazyan, armena, che era stata colpita da provvedimento di espulsione nonostante viva nel paese da oltre 8 anni. Dalla notizia della richiesta di espulsione la famiglia, padre, madre e tre figli grandi che stanno frequentando le scuole, si era rifugiata nel tempio, su indicazione della comunità locale, per sfruttare una vecchia norma che vieta l’ingresso delle forze dell’ordine in un edificio religioso durante una funzione.

Per cui il culto non si è più interrotto. 2280 ore totali, all’incirca, con oltre 650 pastori e predicatori che si sono alternati dal pulpito, provenienti da 20 denominazioni differenti e da varie nazioni, addirittura dagli Stati Uniti è giunta una delegazione di pastori mennoniti.

Il governo a più riprese aveva reso noto di non avere intenzione di revisionare la sentenza, ma evidentemente la ribalta internazionale ottenuta ha portato ad una scelta differente.

Il braccio di ferro fra l’esecutivo e la chiesa riformata locale si è giocato non solo sul culto non stop, ma anche sulla legge nota come “children’s pardon”, sorta di amnistia concessa ai minori presenti in Olanda da più di 5 anni, applicata con estrema ritrosia dal governo in questi anni. Un accordo fra varie forze politiche ha portato ad una revisione della norma, le cui maglie ora si allargheranno.

Il tribunale aveva considerato l’Armenia un paese sicuro in cui rimpatriare la famiglia, ma in realtà il padre, Sasun, era stato più volte minacciato di morte per il suo impegno politico. Da qui la fuga nei Paesi Bassi .

Un cambio di politica che potrebbe riguardare altri 700 bambini circa con le relative famiglie. I casi verranno tutti riesaminati con un’elevatissima probabilità di venire accolti. Grande soddisfazione è stata espressa dalla Chiesa riformata nei Paesi Bassi che è stata capace di mobilitare i cuori di migliaia di persone e ora raccoglie i frutti di questo sforzo collettivo.

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