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Camerun. Liberati i 79 studenti rapiti

I giovani frequentano una scuola presbiteriana nel paese. Tensioni nel giorno del re-insediamento del presidente Biya

Sono stati liberati gli studenti della scuola presbiteriana rapiti in Camerun nella notte fra il 4 e il 5 novembre. I conflitti tra gruppi linguistici nel Paese hanno portato alla fuga di 400.000 persone e questo rapimento, il più eclatante, era avvenuto a poche ore dal giuramento del capo di stato Paul Biya, presidente 85enne del Camerun al suo settimo mandato. La preside della scuola e un insegnante sono ancora nelle mani dei rapitori. I 79 studenti frequentano la scuola cristiana presbiteriana nell’area anglofona del Camerun, a Bamenda, nel nord ovest.

L’annuncio della liberazione degli studenti è arrivato dal moderatore della Chiesa presbiteriana del Camerun (Pcc), pastore Fonki Samuel Forba, come riportato dal Journal du Cameroun. Lo stesso pastore si è appellato alla comunità internazionale per una risoluzione della crisi. Prima della liberazione, aveva dichiarato alla BBC di aver parlato con i rapitori e avrebbe riferito che «Non vogliono alcun riscatto, vogliono solo che chiudiamo le scuole».

Il segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) pastore Olav Fykse Tveit ha diramato ieri una dichiarazione per sottolineare la gravità della crisi in Camerun, sollecitando urgentemente azioni a livello internazionale ed ecumenico per una pace giusta in Camerun, in cui pari dignità e diritti siano «rispettati e protetti», e per una «immediata cessazione di ogni violenza armata».

La scuola presbiteriana dove è avvenuto il rapimento è partner di Mission 21, un’organizzazione internazionale con sede a Basilea (Svizzera) con oltre 70 chiese e organizzazioni partner in quattro continenti, supportata fra l’altro dalle chiese regionali riformate della Svizzera tedesca.

Nella foto la cerimonia di laurea all'università gestita dalla Chiesa presbiteriana del Camerun

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