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Evangelici per la bandiera svizzera all'Aquarius

«Il soccorso in mare va garantito»: E’ la richiesta al governo svizzero di una piattaforma della società civile, tra cui l’evangelica Heks

«Bisogna permettere alla nave di soccorso "Aquarius", attualmente bloccata a Marsiglia, di riprendere al più presto le operazioni umanitarie nel Mediterraneo». Lo chiedono in una lettera aperta al governo elvetico 11 organizzazioni della società civile, tra cui la Heks-Aces (Aiuto delle chiese evangeliche in Svizzera), implorando la concessione della bandiera marittima svizzera all’imbarcazione della Ong gestita da SOS Méditerranée e Medici senza frontiere.

I firmatari della lettera aperta si dicono «inquieti per il fatto che la nave di soccorso venga impedita dal salvare vite in mare”, e lanciano l’appello: “Serve un segnale forte a favore dei valori umanitari della Svizzera, che fanno parte del DNA del nostro paese”.

La legge del mare prevede il salvataggio di ogni naufrago, indipendentemente dallo status e dalla nazionalità, ribadiscono. Ma prevede anche che le persone salvate debbano essere portate in un «posto sicuro». Questo il motivo per cui l’equipaggio della “Aquarius”, a cui dietro pressione dell’Italia è stata ritirata la bandiera di Panama, si è sempre rifiutato di consegnare i naufraghi alla Guardia costiera libica. Un modus operandi totalmente sostenuto dalla piattaforma dell’appello: «Se l’Aquarius battesse bandiera svizzera, sarebbe messa nella condizione di proseguire il proprio lavoro».

La loro iniziativa si aggiunge alla petizione online “La Svizzera deve offrire la bandiera all’Aquarius” lanciata nelle scorse settimane e consegnata il 9 ottobre al Consiglio federale – petizione che in sole due settimane ha raccolto 27mila firme. Alla base, l’idea è partita da quattro parlamentari, che in uno spirito bipartisan hanno avanzato delle rispettive interpellanze al governo.

Per i firmatari della lettera aperta, concedere la bandiera svizzera alla nave Aquarius, sarebbe non solo un gesto di umanità, ma anche un segno di resistenza della Svizzera, contro una forma preoccupante della criminalizzazione di organizzazioni umanitarie. Basandosi sull’articolo 35 del diritto federale sulla navigazione, la Svizzera potrebbe salvare la vita a centinaia di donne, uomini e bambini, dice la Heks insieme ad altre 10 organizzazioni della società civile, tra cui l’Osar (Organizzazione svizzera per l’aiuto ai rifugiati), con cui qualche tempo fa aveva lanciato una petizione per l’istituzione di vie di fuga sicure e legali verso la Svizzera, sul modello dei “corridoi umanitari” istituiti ecumenicamente in Italia dalla Federazione delle chiese evangeliche e dalla Comunità di Sant’Egidio.

Concedere la bandiera svizzera all’Aquarius sarebbe «un’occasione per la Confederazione di rafforzare il suo impegno a favore dei valori umanitari tipicamente», conclude la lettera.

 

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