«Gli Usa si impegnino di più nell'accoglienza dei rifugiati»
20 settembre 2018
L' appello delle chiese cristiane all'amministrazione Trump perché torni ad alzare il numero di nuovi ingressi annui; veglie e preghiere davanti alla Casa Bianca
Il reverendo Jimmie Hawkins, direttore dell'Ufficio di Pubblica testimonianza della PcUsa, la Chiesa presbiteriana statunitense, si è unito ai leader religiosi delle maggiori denominazioni cristiane in una veglia di preghiera e un raduno a Lafayette Park, di fronte alla Casa Bianca, lo scorso mercoledì.
Il loro appello si è rivolto all’amministrazione Trump, per chiedere al presidente di porre fine al taglio del numero di rifugiati accolti ogni anno negli Stati Uniti. Le indiscrezioni parlano di una cifra che dovrebbe aggirarsi attorno alle 25 mila unità: saranno coloro che nel 2019 potranno entrare nel paese con lo status di rifugiati. La cifra più bassa della storia, che se confermata andrebbe a battere il precedente record negativo di 45 mila persone relativo allo scorso anno. Dal 1980 l’obiettivo medio è sempre stato di 85 mila nuovi ingressi. La richiesta del reverendo Hawkins, insieme ai rappresentanti della United church of Christ (Ucc), Chiesa Metodista Unita, della Rete Francescana, della Chiesa Episcopale, ai leader dei rifugiati, agli attivisti per l'immigrazione è di portare il numero a 75 mila.
«Come persone di fede comprendiamo e confermiamo che quando lo Stato è muto, quando la nazione è muta, continueremo ad alzare le nostre voci per dire più forte ancora che stiamo con i rifugiati da qualsiasi parte essi vengano», ha detto Hawkins nel corso del suo intervento. «C'è un posto in questo paese, nelle nostre chiese e nelle nostre case, per tutte le persone che hanno questo bisogno».
Ogni anno, centinaia di chiese presbiteriane si impegnano ad assistere i rifugiati appena arrivati con supporto finanziario, orientamento al lavoro e alla scuola, programmi di inserimento sociale.
Migliaia sono le persone accolte: «Non è un'esagerazione affermare che migliaia di chiese presbiteriane hanno accolto i rifugiati nel corso degli anni, credendo in loro, accompagnandoli attraverso le difficoltà e investendo nei loro sogni», ha affermato Susan Krehbiel, degli uffici per l’immigrazione e l’asilo della Chies presbiteriana. «In questo percorso siamo stati colpiti dal loro coraggio e perseveranza, e onorati di essere diventati per loro amici, familiari. Il presidente Trump e il Congresso hanno ancora tempo davanti a loro per fare la cosa giusta, riprendere il reinsediamento dei rifugiati e porsi un obiettivo di almeno 75.000 ingressi l'anno prossimo. Chiediamo a tutte le chiese le cui vite sono state toccate dal reinsediamento di un rifugiato di unirsi a noi nel pregare che possa essere così».