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Oltrepassare le frontiere danzando

L’edizione 2018 della campagna «Annunciare il colore per una Svizzera umana» è dedicata alle danze tradizionali elvetiche

Una voce fuori campo commenta: «Noi svizzeri abbiamo ognuno le sue particolarità, i nostri modi di comunicare, i nostri modi di divertirci,…» mentre passano sullo schermo immagini e suoni di canti tradizionali, lotta svizzera, balli in costume. Poi continua dicendo: «…ma quello che condividiamo tutti è la nostra tradizione umanitaria», e si scopre che a parlare è un sorridente ragazzo africano. 
È il piccolo “spot” di presentazione della terza edizione della campagna «Annunciare il colore per una Svizzera umana», promossa dalla diaconia protestante svizzera (Eper-Heks), che torna anche quest’anno per sensibilizzare la popolazione al tema dell’accoglienza dei migranti e all’integrazione. Dopo i braccialetti e le bandiere blu, di cui avevamo parlato negli anni scorsi, è la volta dei balli popolari.
Nel mese di maggio si è tenuta una serie di iniziative, in particolare nelle città di Basilea, Berna e Zurigo, durante le quali appassionati di balli folkloristici hanno coinvolto i rifugiati nella scoperta di questa tradizione, invitandoli a muovere i primi passi insieme a loro.
Il termine di questo percorso avrà luogo nel pomeriggio del 10 giugno alla stazione centrale di Zurigo, con un grande ballo collettivo aperto a tutti, che riunirà persone di ogni provenienza e in cui coloro che hanno partecipato alle manifestazioni precedenti potranno condividere quanto appreso. Significativo e simbolico è il luogo scelto per la manifestazione, tradizionale luogo d’incontro e di passaggio.
Il ballo diventa uno strumento per oltrepassare le frontiere, geografiche ma soprattutto mentali, per andare incontro agli altri superando i pregiudizi, condividendo le proprie tradizioni. Creando delle situazioni di incontro fra le persone e momenti conviviali, questo è un modo, si legge sul sito Internet dell’iniziativa, per «testimoniare una Svizzera umana, aperta al dialogo interculturale e solidale con le persone rifugiate».
Nel quadro della campagna sono state proposte altre tre azioni: firmare una petizione indirizzata al Consiglio federale affinché apra delle vie sicure per i rifugiati; fare una donazione a favore della diaconia protestante a favore dei rifugiati in Svizzera e nel mondo; agire concretamente, incontrando le persone rifugiate nella loro vita quotidiana, ad esempio attraverso il volontariato, possibile negli ambiti più diversi: dall’insegnamento della lingua, alle attività ludiche e sportive, all’accompagnamento nella vita quotidiana. Sulla pagina web dedicata vengono pubblicate diverse proposte.

Foto: Eper/Heks

 

 

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