Sabato 9 dicembre la chiesa valdese di Bobbio Pellice organizza un concerto prenatalizio con la Scuola domenicale e il coro La Draia. Parteciperà Debora Michelin Salomon, sovrintendente del Consiglio delle chiese del I Circuito, che parlerà del progetto Nuove Povertà, a cui sarà devoluta la colletta della serata.
«Nuove Povertà – ha spiegato Debora ai microfoni di Radio Beckwith evangelica – nasce una decina di anni fa e nel corso del tempo si è modificato, adattandosi alle realtà sociali dei nostri territori e chiese. Le linee guida della solidarietà, collaborazione nei confronti di chi si trova in una situazione di difficoltà, sono rimaste le stesse. I modi in cui intervenire invece si modificano e si trovano nuove strade».
Come, per esempio, organizzare dei momenti in cui si presentare il progetto?
«Esatto. Su mandato dell’assemblea del I circuito dello scorso maggio, abbiamo formato un gruppo di lavoro per trovare nuove idee per finanziare e rilanciare la raccolta di beni alimentari. Una delle proposte che è arrivata da questo gruppo è stata quella di chiedere a tutte le chiese del I circuito (val Pellice) di organizzare un evento, la cui colletta viene devoluta al progetto. Può essere un concerto, come nel caso di sabato 9 dicembre a Bobbio Pellice, un bazar, o altro: ogni chiesa è lasciata libera di scegliere le modalità che preferisce, che sono più consone alla propria realtà. Sarà presente qualcuno di noi, in questo modo si potrà raccontare l’iniziativa, avere dei dettagli e discuterne insieme».
Concretamente, in cosa consiste il progetto Nuove Povertà?
«In una raccolta di beni alimentari, possibilmente a lunga scadenza, di vario tipo e di prima necessità. Ogni chiesa del I circuito ha un referente per il progetto. Questa persona si occupa di radunare i beni raccolti, che poi vengono confezionati in pacchi e distribuiti una volta al mese alle famiglie che ne hanno bisogno. Se tutti contribuissero anche solo con una piccola parte della propria spesa, si potrebbe già fare molto».
Raccolta e consegna di beni alimentari, certo, è importante, ma lo è altrettanto il messaggio che questa raccolta porta con sé.
Come conferma Debora Michelin Salomon, «con un pacco alimentare non si può risolvere la crisi di una famiglia, ma si dà un piccolo sollievo. Ci fa piacere quando una famiglia ci dice: “siamo riusciti a rimetterci in sesto, date pure questo pacco ad altri”. Lo si potrebbe chiamare l’aspetto di cura verso le persone: far sapere che non sono sole, che c’è una vicinanza della comunità».
Per saperne di più, è possibile contattare i pastori, le pastore o i membri dei concistori delle chiese della val Pellice, oppure recarsi sabato sera al tempio di Bobbio Pellice.