Profuga iraniana consacrata vescova di Loughborough
04 dicembre 2017
Guli Francis-Dehqani è la prima donna appartenente ad una minoranza etnica a diventare vescova anglicana
Durante una cerimonia guidata dall’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, svoltasi la scorsa settimana nella cattedrale di Canterbury, la rifugiata iraniana Guli Francis-Dehqani è stata consacrata vescova di Loughborough. È la prima donna appartenente ad una minoranza etnica a diventare vescova nella Chiesa d’Inghilterra.
Figlia dell’ex vescovo dell’Iran, Hassan Dehqani-Tafti, che è stato anche primo presidente vescovo della provincia di Gerusalemme e del Medio Oriente, Guli Francis-Dehqani fuggì in Inghilterra dopo un fallito tentativo di omicidio ai danni di suo padre compiuto da uomini armati che fecero irruzione nella loro casa, sparando e ferendo la madre Margeret. Suo fratello, rimasto in Iran, fu assassinato nel 1980.
Durante il servizio religioso altamente simbolico svoltosi giovedì scorso, alla presenza dei vescovi di tutta l’Inghilterra meridionale, Francis-Dehqani ha tenuto il pastorale usato per la prima volta da suo padre in Iran.
La vescova Francis-Dehqani lavorerà a Leicester, capoluogo della contea del Leicestershire, e il suo ministerio si rivolgerà soprattutto a favore dei parrocchiani neri, asiatici e appartenenti alle minoranze etniche (BAME).
Precedentemente alla guida della Diocesi di Peterborough, Francis-Dehqani ha messo in evidenza la lentezza con cui la Chiesa di Inghilterra ha lavorato per favorire la consacrazione di vescovi immigrati. «In un certo senso, la Chiesa ne parla da 20 - 30 anni, ma non abbiamo davvero visto troppi cambiamenti. Viviamo ancora l’eredità degli anni ‘50 e ’60, quando non abbiamo dato il benvenuto agli immigrati».
Francis-Dehqani ha aggiunto che l’esperienza di essere giunta nel Regno Unito come immigrata e di aver lottato per integrarsi, la aiuterà a servire i gruppi delle minoranze etniche nella diocesi di Leicester. «So cosa significa essere ai margini e conosco il lavoro necessario da fare per trovare un senso di appartenenza. La mia esperienza e il mio background particolare mi danno una comprensione piuttosto unica dei problemi che nascono dal mettere insieme culture diverse».
Ed ha aggiunto: «Dobbiamo continuare a lavorare a livello di base per incoraggiare maggiori vocazioni nelle nostre congregazioni e comunità dove ci sono più persone appartenenti alle minoranze etniche».