Nel novembre di 200 anni fa nasceva a Teheran, capitale della Persia, Mirzá Husain Ali Nuri, figlio di un ministro di corte e rappresentante dell’aristocrazia. Destinato ad una prestigiosa carriera, nel 1844 Husain ha notizia delle parole di Siyyd Ali–Muhammad, che si è appena rivelato come il Báb, il prescelto, una manifestazione terrena del divino, tramite fra Dio e gli uomini. Il babismo si diffonde rapidamente nell’ l’Impero e si pone in rottura con la legge islamica, attirando le reazioni del governo e delle forze militari. Il Bab viene catturato e fucilato nel 1850. L’anno prima, già in prigionia, aveva scritto una sorta di testamento in cui annunciava l’imminente arrivo sulla Terra di “Colui che Dio renderà manifesto”, un nuovo grande profeta che si iscriverà nel solco delle varie figure cardini delle religioni mondiali, da Buddha a Gesù a Maometto e ne sarà l’ideale prosecutore per un ulteriore tassello nel cammino di avvicinamento al Divino. In esilio a Baghdad per sfuggire al pogrom imperiale Husain nel 1863 rivela agli altri seguaci Babi di essere lui il Promesso atteso da tutti i profeti, di averne avuto rivelazione tramite un’esperienza mistica nelle prigioni in cui era stato rinchiuso dieci anni prima. Da quel momento diventa Bahá’u’llah (la Gloria di Dio) e i suoi seguaci prendono il nome di Baha’i. Da Baghdad si sposta prima a Costantinopoli, e poi su pressione persiana ad Adrianopoli, vicino all’attuale confine greco-bulgaro, in una sorta di esilio. Sono anni in cui Bahá’u’llah scrive molto e fissa i cardini della nascente religione, prima di venir relegato dal governo ottomano alla colonia penitenziaria di San Giovanni d’Acri, in Palestina. Passa gli ultimi anni a scrivere e predicare e si spegne a Acri nel 1892 dopo 40 anni di persecuzioni persiane e ottomane.
Da allora il credo si è diffuso in tutto il mondo attorno al concetto dell’unico Dio, comune a tutti gli uomini, che in un cammino di progressione sta rivelando al mondo il suo verbo mediante i vari profeti che sono apparsi sulla Terra, ognuno rappresentante uno stadio della rivelazione di Dio. Una sola religione quindi percorre tutta la storia, da Abramo a Krishna, da Mosè fino a Maometto. I Baha’i considerano il loro profeta la più recente manifestazione di questo percorso, il cui scopo ultimo è la pace universale, l’armonia fra tutti gli uomini. Oggi sono circa 7 milioni i Baha’i nel mondo, e di questi 3 mila in Italia. Fra i principi spiccano la parità tra uomini e donne, la fine di tutti i pregiudizi, l'accordo tra scienza e religione, l'eliminazione degli estremi di ricchezza e povertà, l'educazione universale e l'autonoma ricerca della verità.
In tutto il mondo e quindi anche nel nostro paese questo fine settimana sarà dedicato alle celebrazioni per i 200 anni dalla nascita di Bahá’u’llah. Dal nord al sud dello stivale sono moltissime le comunità coinvolte. Cliccando qui avrete modo di visionare le decine di località che ospitano i festeggiamenti.
Dalle 9.30 di stamane, 20 ottobre, presso la Sala del Refettorio della Camera dei deputati, è in corso una conferenza sul tema. Partecipano il deputato Luigi Lacquaniti (la cui disponibilità ha reso possibile l’organizzazione dell’evento), Anna Nardini (consigliera alla Presidenza del Consiglio), il prefetto Giovanna Iurato, Rav Riccardo Di Segni (Rabbino capo della Comunità ebraica di Roma), don Mauro Pesce (Direttore Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso di Perugia), il professor Adnane Mokrani (Pontificio Istituto di studi arabi e islamistica) e gli esponenti di “Religions for Peace” Luigi De Salvia, Cenap Mustafa Aydin, Lisa Palmieri Bilig, Silvio Daneo, Dario Girolami, Shivaraja Deva, Fabio Pianigiani, Li Xuanzong, Adelina Bartolomei.
Per la Comunità interverranno Neda Parsa (Presidente dell’Assemblea Spirituale Nazionale Bahá’í d’Italia) e Guido Morisco (Relazioni esterne Comunità bahá’í d’Italia).
A questo link si possono seguire i lavori in diretta streaming.