Il sole ecumenico nato in Oriente
18 ottobre 2017
La Conferenza cristiana dell’Asia, prima organizzazione ecumenica sovranazionale, compie sessant’anni e fa un bilancio della propria missione
Fonte: Anglican News
Più di 6000 persone hanno partecipato alla cerimonia per i 60 anni dell’organizzazione ecumenica sovranazionale più antica del mondo, la Conferenza cristiana dell’Asia (Cca) la scorsa domenica (15 ottobre). L’evento, tenutosi al Franc Auditorium di Yangon, Myanmar, ha avuto luogo durante la Conferenza sulla Missione asiatica della Cca, ospitata dalla Convenzione battista e dal Consiglio delle chiese del Myanmar, che si è conclusa martedì 18 ottobre, e che ha riunito, per la prima volta dopo 23 anni, 600 leader di chiese cristiane dell’Asia e dell’Oceania per discutere sul tema della missione nel contesto asiatico.
La Cca raggruppa un vasto numero di chiese, quindici Consigli nazionali di chiese e più di cento denominazioni tra cui quella anglicana, ortodossa, battista, luterana, metodista, presbiteriana.
L’unico partecipante ancora vivente della conferenza del 1957 (Parapat, Indonesia) che diede origine alla Cca, Soritua Nababan, vescovo della Chiesa cristiana protestante Batak (Hkbp), la principale denominazione protestante dell’Indonesia, ha tenuto un’omelia su Atti 1,8.
Il segretario generale della Cca, Mathews George Chunakara, ha sottolineato l’importanza del movimento ecumenico, raccontando le origini della Cca, e ha dichiarato: «Siamo grati a Dio che la Cca possa celebrare il sessantesimo anniversario della sua fondazione, prima organizzazione ecumenica regionale al mondo». E ha aggiunto: «Questa commemorazione ricorda il cammino percorso insieme dalle chiese asiatiche e da tutti i membri della più ampia famiglia ecumenica. In questo momento ci vengono ricordati il nostro passato, la continuità del nostro cammino comune, le virtù della nostra resilienza, ingegnosità, impegno e fiducia con l’incessante sostegno e guida di Dio attraverso i 60 anni della storia della Cca».
In molte culture asiatiche, è stato ricordato, il numero 60 simboleggia la chiusura di un ciclo vitale e l’inizio di un altro, e ciò è parso di buon auspicio per la continuazione del viaggio della Cca in una nuova fase della sua vita.
Anche il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), Olav Fykse Tveit, ha dichiarato che l’anniversario della Cca è un’occasione «anche per il movimento ecumenico globale per celebrare il comune impegno ecumenico in Asia». Tveit ha descritto la Cca come «un forum vibrante e attivo, che continua a cooperare con le chiese e gli organismi cristiani nazionali, nella cornice più ampia del movimento ecumenico». Rivolgendosi ai membri della Cca ha detto che essi partecipano «alla missione di Dio in Asia, lavorando per il beneficio del mondo intero». E ha continuato: «Voi avete compiuto e state compiendo un viaggio insieme, e siete pronti ad andare ancora avanti insieme. Questo è anche il significato letterale della missione: essere mandati, andare avanti, là fuori, tra la gente, dove Dio è presente come creatore, salvatore, portatore di vita. È qui che rifletteremo la luce di Dio».
Tveit ha detto che il movimento ecumenico ha avuto la capacità di creare dei ponti per colmare le distanze fra gruppi cristiani differenti: «Ci sono così tante forze in grado di dividere gli esseri umani, ma anche i cristiani; viviamo in un’epoca di profonde contraddizioni, tensioni, divisioni, conflitti e guerre. Ci sono così tanti poteri e interessi che dividono gli stessi cristiani, che spezzano i legami della comunione, abbattono la qualità delle relazioni fra di loro. In questo contesto abbiamo bisogno di lavorare insieme per raggiungere l’obiettivo dell’ecumenismo e del movimento ecumenico».