Assistenza per le vittime dei monsoni
18 agosto 2017
Fra India, Nepal e Bangladesh centinaia di vittime e migliaia di sfollati. L’impegno della Chiesa luterana e di altre associazioni cristiane a fianco delle popolazioni
E’ già di oltre 200 vittime e centinaia di migliaia di sfollati ( un milione secondo alcune fonti) il drammatico bilancio delle alluvioni legate alle forti piogge monsoniche che in questi giorni stanno flagellando le regioni a cavallo fra Nepal, India e Bangladesh, già devastate dal terremoto del 25 aprile 2015 che ha causato oltre 8 mila morti.
Secondo quanto riportato dai responsabili di progetti nella zona del Lutheran World Relief, l’organizzazione no profit legata al panorama luterano mondiale che si occupa di sviluppo sostenibile e sostegno alle popolazioni in difficoltà, coordinare i soccorsi è impresa assai ardua a causa dei danni che tutte le inrastrutture hanno patito: strade e piste degli aeroporti allagate, ferrovie inagibili, corrente elettrica assente in intere aree. A ciò si sommano le migliaia di edifici distrutti o inagibili e le inondazioni dei campi con conseguente distruzione dei raccolti, primaria fonte di sostentamento per la popolazione.
Nei distretti di Bardiya e Nawalparasi in Nepal, dove attualmente sta operando la no profit luterana, sono state tratte in salvo diecimila persone nelle ultime ore.
Il World Relief ha immediatamente stanziato centomila dollari per le prime necessità e sarà in questo modo in grado di fornire pacchi con cibo a oltre 1650 famiglie nei prossimi giorni.
Stesse valutazioni sono in corso in alcune aree dell’India, in contatto e comunicazione con altri attori cristiani presenti sul territorio, quali l’Act Alliance, la coalizione di 145 chiese e organizzazione ad esse legate che opera nelle zone di crisi.
Le piogge monsoniche sono fenomeno noto a queste latitudini, ma l’aumento della loro frequenza dovuta al riscaldamento terrestre costringe milioni di persone a spostarsi e a lasciare le proprie terre, creando eserciti di migranti climatici, ennesima dimostrazione della necessità immediata di un’inversione di tendenza nella gestione del nostro pianeta.