Nel periodo del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi, si tengono a Torre Pellice numerosi appuntamenti: in quelli rivolti agli iscritti a ruolo, cioè pastori e pastore, diaconi e diacone, anche se per lo più aperti ai membri di chiesa (salvo alcuni momenti), si ascoltano le relazioni di commissioni (ad esempio nell’incontro del Corpo pastorale di domani, venerdì 18 agosto, Commissione catechismo, Commissione permanente studi e Commissione culto e liturgia). Ne fanno parte anche la giornata teologica «G. Miegge» (venerdì) e gli «esami di fede» dei candidati pastori che saranno consacrati domenica (sabato). Infine, mercoledì sera, è previsto un momento per dibattere eventuali questioni poste dal Sinodo.
Il primo di questi appuntamenti è l’assemblea degli iscritti e iscritte nel ruolo, e si tiene oggi, giovedì 17 agosto, dalle 15 alle 19. Dopo il culto, e prima di una serie di relazioni da parte della Commissione minori, della Commissione ministeri e sul programma Effee (che prevede il soggiorno di alcune settimane negli Stati Uniti per alcuni pastori, ne abbiamo parlato più volte), si tiene un approfondimento su un tema specifico. Particolare attenzione viene dedicata alle esperienze da altre chiese: lo scorso anno, per esempio, il lavoro pastorale in team raccontato da Paolo Morlacchetti, pastore di origine italiana in servizio per la Chiesa protestante unita di Francia a Nizza.
Anche quest’anno l’ospite d’onore arriva dalla Francia: Jean-Luc Gadreau, pastore della Federazione delle chiese battiste di Francia, di cui cura l’aspetto comunicativo. Membro di varie commissioni della Federazione protestante di Francia, uomo di comunicazione impegnato nei diversi media (radio, tv, giornali, blog, social…), è anche un musicista e scrittore. Come critico cinematografico, oltre a scrivere per il portale Redargsprotestans.com, è stato membro della Giuria ecumenica internazionale al Festival di Cannes nel 2012, che continua a seguire ogni anno come inviato stampa della giuria stessa, e del Festival di Berlino nel 2013. Anima spesso dibattiti e conferenze sul cinema nell’ambito ecclesiastico e laico.
Ai colleghi italiani porta il suo punto di vista su un tema familiare a tutti, ma al tempo stesso assai poco studiato e spesso, soprattutto per un pastore, di non facile gestione: l’amicizia. «Tra le “grazie” che il Signore dona agli uomini nella loro vita “sotto il sole” e che i credenti sono invitati a ricevere dalla sua mano, con gioia, in questo mondo segnato dalla “vanità”, l’Ecclesiaste menziona l’amicizia. L’essere umano è un animale sociale che ha bisogno dell’altro per esistere, abbiamo bisogno di amicizia se non vogliamo diventare dei “senza fissa dimora degli affetti”!», spiega.
E il pastore? Come riesce a conciliare la sua attività, il suo «lavoro» che va ben oltre i limiti di una semplice professione, con l’amicizia?
«Il pastore, la pastora, è una persona come tutte le altre e quindi ha gli stessi bisogni fondamentali, tra cui l’amicizia! Possiamo individuare diversi tipi di amicizie che il pastore può incontrare nel suo cammino personale. Alcune sono possibili e nascono da sé, altre sono davvero necessarie e altre ancora sono più complicate da gestire, in particolare quelle che si giocano all’interno della comunità».
Con la diffusione dei social media e di un nuovo concetto di «amicizia» (pensiamo innanzitutto a Facebook), come sono cambiate le cose?
«Nuovi paradigmi sono entrati nella nostra società, e non è praticamente possibile sfuggirvi… ma d’altra parte, dovremmo farlo? Nuovi luoghi di incontro, di espressione. Una agorà contemporanea che fa di questi luoghi virtuali dei veri spazi sociali, ma anche luoghi “di vita” per le nostre chiese, dal momento che i nostri membri di chiesa ci sono, ci vivono, ci parlano e pubblicano ogni sorta di contenuti. E allora che cosa dovrebbe fare il pastore? Per parafrasare Shakespeare, “esserci o non esserci?”. Se la risposta è positiva, dovremo allora riflettere sul modo di presentarci, con le conseguenze che ne derivano, e gestire questo nuovo tipo di amicizie che talvolta ci s’impongono».