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Da Saluzzo ad Avigliana, passando per la pianura pinerolese. Poi Susa, Novalesa, il passaggio sul Moncenisio, la discesa nella valle della Maurienne, Tournon, Annecy e infine Ginevra.

Un passo dopo l'altro, ormai superata la metà del percorso, i cinque ragazzi del gruppo giovani della chiesa valdese di Pinerolo avanzano, rispettando la tabella di marcia per arrivare a Ginevra nel fine settimana.

Anna, Chiara, Daniele, Giacomo e Federico ripercorrono la strada dell’Esilio dei valdesi del 1687: un tragitto di circa 350 km, partito venerdì 21 luglio dalla Castiglia di Saluzzo. Il tracciato segue le indicazioni de Le Strade degli Ugonotti e dei Valdesi, progetto di cooperazione internazionale certificato dall'Unione europea, che valorizza i territori e la storia delle persecuzioni religiose del XVII secolo.

La storia dei circa 3.000 valdesi esiliati dal Piemonte nel 1687 e deportati a Ginevra, in Svizzera, con una marcia forzata attraverso le Alpi, rivive nell'impresa che i cinque ragazzi stanno portando a termine e che altri prima di loro hanno percorso.

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I ragazzi hanno ormai percorso più della metà del percorso: superato il Moncenisio, tappa lunga e molto impegnativa, si avviano verso Annecy e poi Ginevra. Con un approfondimento disponibile online, Radio Beckwith evangelica sta seguendo il loro viaggio: tra battute e riflessioni sulle migrazioni forzate e sull'accoglienza, emergono alcuni aneddoti di questo viaggio. «Lungo la strada – raccontano – incontriamo molte persone curiose che ci fermano chiedendoci dove stiamo andando e perché. Alla fine la chiacchierata diventa un modo come un altro per dare qualche informazione storica, per parlare delle vicende dei valdesi che hanno coinvolto i territori che stiamo attraversando».

Giacomo prende in giro Daniele, scherzando sui suoi piedi doloranti: «Un consiglio che ci sentiamo di dare è quello di portare nel bagaglio più di un paio di scarpe comode, per riuscire a dare il cambio e non affaticare troppo il piede».

Rincara Daniele, sottolineando che in ogni caso è meglio non forzare troppo: «Se ci si sente stanchi, fare un pezzo in treno o in autobus può salvare la giornata e anche l'esito della tappa. Non scordiamo che il piacere di questo viaggio sta anche nel godersi il panorama e la compagnia degli amici!».

Anna trova il consenso di tutti quando dichiara senza esitazioni che «il passaggio al colle del Moncenisio è stato uno dei momenti più belli ed emozionanti del viaggio! Una giornata splendida in cui ci siamo anche potuti godere il paesaggio, dopo molti giorni di camminata su strade asfaltate e con tempi concitati e orari da rispettare. Una vista che ha ripagato tutti gli sforzi».

Il gruppo concorda: in quel momento, arrivati al Moncenisio, erano tante le emozioni provate, innanzitutto la soddisfazione di essere riusciti a salire fino a lì.
Ma il viaggio prosegue: dall'Italia alla Francia, attraverso Modane e Saint Jean de Maurienne, seppur con qualche piccola difficoltà: «Abbiamo faticato – spiega Chiara – a trovare fontanelle d'acqua dove riempire le nostre borracce. In Italia ce n'erano ovunque, quando siamo passati in Francia invece molto poche. Senz'acqua non si va avanti: in questi giorni di gran caldo è un rifornimento fondamentale».

Consigli più pratici arrivano da Anna e Federico, che ricordano di non sottovalutare i repentini cambiamenti di temperatura in montagna: l'aria si fa sentire e anche se il sole splende in quota di rischia di patire il freddo. Anna ride mentre ricorda che alla partenza i suoi compagni la prendevano in giro perché aveva i bastoncini da camminata, ma «alla lunga sono risultati molto utili per equilibrare il peso dei nostri pesanti zaini, soprattutto in salita e lungo i sentieri di montagna».

Domenica 30 luglio i ragazzi si sono riposati e hanno potuto provare lo spettacolo Il nostro viaggio, il nostro esilio!, letture e musiche dell'itinerario, un racconto pensato, scritto ed interpretato da loro, che sarà presentato in francese all'arrivo a Ginevra. «Oggi forse per la prima volta – concludono il loro racconto, almeno per ora – abbiamo realizzato che ce la stiamo per fare, che Ginevra non è più così lontana. Abbiamo infatti "scalato" il colle Tamié che ci ha aperto la strada verso Annecy, quindi ci lasciamo le montagne alle spalle».

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