La fiducia del Dio vivente
12 luglio 2017
Torniamo, con il pastore Claudio Pasquet, ai momenti chiave del Consiglio generale della Comunione mondiale di chiese riformate
Tratto da www.chiesavadese.org
«Here I stand». La frase è la traduzione inglese del famoso detto «qui sto saldo» di Lutero e a pronunciarla, predicando nella chiesa dove tenne molti culti il riformatore tedesco, è stata Najla Kassab, prima donna ammessa al pastorato nella chiesa riformata siro-libanese. Najla è diventata anche la nuova presidente della Comunione mondiale di chiese riformate che ha tenuto i lavori del suo Consiglio generale a Lipsia dal 28 giugno all'8 luglio scorsi.
Il luogo è stato scelto per motivi simbolici e pratici; si tratta di una delle città della Riforma e il governo tedesco ha offerto non poche facilitazioni a chi organizzava eventi in occasione di questa ricorrenza. Va subito sottolineato quanto questo incontro mondiale dei riformati sia stato valorizzato anche dalle autorità pubbliche della Germania. Al culto solenne inaugurale nella Nikolaikirche di Lipsia, il 30 giugno, ha partecipato il presidente della Repubblica Steinmeier, rivolgendo un saluto non di circostanza ma di contenuto, definendosi anche un «credente riformato». Il 2 luglio dopo il culto, presso il Duomo protestante di Berlino, trasmesso in eurovisione, i circa 600 delegati e visitatori sono stati ricevuti dalla ministra degli esteri che, presso il ministero stesso, ha offerto il pranzo a tutti i convenuti. A queste manifestazioni pubbliche va aggiunta la giornata a Wittenberg del 5 luglio, in cui la Comunione ha aderito all'accordo sulla «giustificazione» sottoscritto nel 1999 da cattolici e luterani e al quale, nel 2007, aveva aderito anche la Conferenza metodista mondiale. Questa adesione ha un forte valore simbolico e intende rimarcare la volontà di proseguire il dialogo ecumenico fra tutte le confessioni cristiane; volontà segnata, in campo protestante, da un'ulteriore dichiarazione siglata a Wittenberg tra Comunione riformata e Federazione luterana mondiale.
Le giornate di lavoro sono state intense: iniziavano col culto mattutino alle 8,30, nella sala congressi della Fiera di Lipsia, e terminavano col culto alle 22,30 nella chiesa riformata della città. E non è con poca commozione che, in uno dei culti mattutini, abbiamo sentito ricordare la prima riforma di Valdo, Wyclif e Hus. Al culto iniziale facevano seguito lo studio biblico e il lavoro in plenaria e nei gruppi di discussione. I riformati sono la confessione cristiana più capillarmente diffusa nel mondo dopo la chiesa cattolica e in alcuni paesi la loro presenza è considerevole. Per rimarcare questo fatto l'assemblea ha lavorato con traduzione simultanea anche dall'indonesiano e dal coreano, oltre che nelle quattro lingue europee più diffuse.
I lavori si sono svolti attorno ad alcuni temi che hanno segnato tutte le discussioni, nei gruppi e in plenaria: giustizia economica, teologia, giustizia sociale e di genere, missione in comunione, rafforzamento della comunione, messaggio e visione.
Il tema di moltissimi interventi e di tante discussioni è stato quello sottolineato dalla Confessione di Accra nel 2004: il mondo sta correndo verso la distruzione ecologica e verso una disparità sempre maggiore tra i ricchi e i poveri del pianeta. I credenti riformati, abituati da sempre a disubbidire ai sistemi chiusi che si definiscono infallibili, possono tentare di dare una testimonianza e un'azione vere che vadano controcorrente? Non a caso la conferenza teologica principale è stata tenuta dal novantunenne, ma sempre lucido, Jürgen Moltmann. Egli ha rimarcato come, di fronte all'ingiustizia ecologica, economica e sociale, la Bibbia usi parole forti e incoraggi per i credenti, affinché abbiano fiducia nel Dio vivente che reca vita di fronte agli «dei di morte» e crea gioia per chi è senza gioia nell'ateismo, offrendo pienezza di vita e visione del futuro.
Nella giornata finale l'assemblea ha votato i 22 membri del comitato esecutivo che dovrà coordinare le Chiese riformate per i prossimi sette anni: 12 donne e 10 uomini così suddivisi geograficamente: 5 dall'Africa, 4 da Nord America e Caraibi, 4 dall'Asia, 3 dall'America Latina, 4 dall'Europa, 1 dal Medio oriente e 1 dal Pacifico. Davvero una Comunione mondiale.